Page 1810 - Giorgio Vasari
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apparì questa dimostrazione più viva e più preziosa, che ogni pompa
               d'oro e di drappi che fare si fusse potuta. Con questa bella frequenza,
               essendo stato quel corpo condotto in Santa Croce, poi che ebbono i
               frati  fornite  le  cerimonie  che  si  costumano  d'intorno  ai  defunti,  fu
               portato,  non  senza  grandissima  difficultà,  come  s'è  detto,  per  lo

               concorso de' popoli, in sagrestia; dove il detto luogotenente, che per
               l'uffizio suo vi era intervenuto, pensando di far cosa grata a molti et
               anco (come poi confessò) disiderando di vedere morto quello che e'

               non aveva veduto vivo o l'aveva veduto in età che n'aveva perduta
               ogni  memoria,  si  risolvé  allora  di  fare  aprire  la  cassa.  E  così  fatto,
               dove  egli  e  tutti  noi  presenti  credevamo  trovare  quel  corpo  già
               putrefatto  e  guasto,  perché  era  stato  morto  giorni  venticinque  e
               ventidue  nella  cassa,  lo  vedemo  così  in  tutte  le  sue  parti  intero  e

               senza alcuno odore cattivo, che stemo per credere che più tosto si
               riposasse in un dolce e quietissimo sonno. Et oltre che le fattezze del
               viso erano come a punto quando era vivo (fuori che un poco il colore

               era  come  di  morto)  non  aveva  niun  membro  che  guasto  fusse  o
               mostrasse alcuna schifezza, e la testa e le gote a toccarle erano non
               altrimenti che se di poche ore innanzi fusse passato.

               Passata  poi  la  furia  del  popolo,  si  diede  ordine  di  metterlo  in  un
               deposito in chiesa a canto all'altare de' Cavalcanti, per me' la porta
               che va nel chiostro del capitolo. In quel mezzo sparsasi la voce per la

               città, vi concorse tanta moltitudine di giovani per vederlo, che fu gran
               fatica il potere chiudere il deposito. E se era di giorno, come fu di
               notte,  sarebbe  stato  forza  lasciarlo  stare  aperto  molte  ore,  per
               sodisfare  all'universale.  La  mattina  seguente,  mentre  si  cominciava

               dai  pittori  e  scultori  a  dare  ordine  all'onoranza,  cominciarono  molti
               belli ingegni, di che è sempre Fiorenza abondantissima, ad appiccare
               sopra detto deposito versi latini e volgari, e così per buona pezza fu
               continuato,  intanto  che  quelli  componimenti,  che  allora  furono

               stampati, furono piccola parte a rispetto de' molti che furono fatti.
               Ora  per  venire  all'essequie,  le  quali  non  si  fecero  il  dì  dopo  San

               Giovanni, come si era pensato, ma furono insino al quattordicesimo
               giorno di luglio prolungate, i tre deputati (perché Benvenuto Cellini,
               essendosi  da  principio  sentito  alquanto  indisposto,  non  era  mai  fra
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