Page 1804 - Giorgio Vasari
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Vincenzio  Borghini,  che  erano  ubligati  in  virtù  de'  loro  capitoli  ad
               onorare la morte di tutti i loro fratelli, e che avendo essi ciò fatto sì
               amorevolmente  e  con  tanta  sodisfazione  universale  nell'essequie  di
               fra'  Giovan  Agnolo  Montorsoli,  che  primo  dopo  la  creazione
               dell'Accademia  era  mancato,  vedessero  bene  quello  che  fare  si

               convenisse per l'onoranza del Buonarruoto, il quale da tutto il corpo
               della Compagnia e con tutti i voti favorevoli era stato eletto primo
               accademico e capo di tutti loro. Alla quale proposta risposero tutti,

               come ubbligatissimi et affezionatissimi alla virtù di tant'uomo, che per
               ogni modo si facesse opera di onorarlo in tutti que' modi che per loro
               si potessino maggiori e migliori. Ciò fatto per non avere ogni giorno a
               ragunare tante gente insieme con molto scomodo loro, e perché le
               cose  passassero  più  quietamente,  furono  eletti  sopra  l'essequie  et

               onoranza  da  farsi  quattro  uomini:  Agnolo  Bronzino  e  Giorgio  Vasari
               pittori,  Benvenuto  Cellini  e  Bartolomeo  Amannati,  scultori,  tutti  di
               chiaro  nome  e  d'illustre  valore  nelle  lor  arti,  acciò  dico  questi

               consultassono e fermassono fra loro e col luogotenente quanto che e
               come si avesse a fare ciascuna cosa, con facultà di poter disporre di
               tutto il corpo della Compagnia et Accademia. Il quale carico presero
               tanto  più  volentieri  offerendosi,  come  fecero,  di  bonissima  voglia,
               tutti i giovani e vecchi, ciascuno nella sua professione, di fare quelle

               pitture  e  statue  che  s'avessono  a  fare  in  quell'onoranza.  Dopo
               ordinarono che il luogotenente per debito del suo uffizio et i consoli in
               nome della Compagnia et Accademia significassero il tutto al signor

               Duca,  e  chiedessono  quegli  aiuti  e  favori  che  bisognavano,  e
               specialmente che le dette essequie si potessono fare in San Lorenzo,
               chiesa  dell'illustrissima  casa  de'  Medici,  e  dove  è  la  maggior  parte
               dell'opere che di mano di Michelagnolo si veggiono in Firenze. E che
               oltre ciò sua eccellenza si contentasse che Messer Benedetto Varchi

               facesse e recitasse l'orazione funerale, acciò che l'eccellente virtù di
               Michelagnolo  fusse  lodata  dall'eccellente  eloquenza  di  tant'uomo,
               quanto era il Varchi, il quale per essere particularmente a' servigii di

               sua  eccellenza  non  arebbe  preso,  senza  parola  di  lei,  cotal  carico,
               ancor  che  come  amorevolissimo  di  natura  et  affezionatissimo  alla
               memoria  di  Michelagnolo  erano  certissimi  che,  quanto  a  sé,  non
               l'arebbe  mai  ricusato.  Questo  fatto,  licenziati  che  furono
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