Page 1803 - Giorgio Vasari
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ben composto alla proporzione del resto; la barba, e' capegli neri,
sparsa con molti peli canuti, lunga non molto e biforcata, e non molto
folta.
Certamente fu al mondo la sua venuta, come dissi nel principio, uno
esemplo mandato da Dio agli uomini dell'arte nostra, perché
s'imparassi da lui nella vita sua i costumi, e nelle opere, come
avevano a essere i veri et ottimi artefici. Et io che ho da lodare Dio
d'infinite felicità che raro suole accadere negli uomini della
professione nostra, annovero fra le maggiori una: esser nato in
tempo che Michelagnolo sia stato vivo, e sia stato degno che io
l'abbia avuto per padrone e che egli mi sia stato tanto famigliare et
amico quanto sa ognuno, e le lettere sue scrittemi ne fanno
testimonio apresso di me; e per la verità e per l'obligo che io ho alla
sua amorevolezza ho potuto scrivere di lui molte cose e tutte vere,
che molti altri non hanno potuto fare. L'altra felicità è, come mi
diceva egli: "Giorgio riconosci Dio che t'ha fatto servire il duca
Cosimo, che per contentarsi che tu muri e dipinga e metta in opera i
suoi pensieri e disegni, non ha curato spesa: dove se tu consideri agli
altri di chi tu hai scritto le Vite, non hanno avuto tanto".
Fu con onoratissime essequie col discorso di tutta l'arte e di tutti gli
amici suoi e della nazione fiorentina, dato sepoltura a Michelagnolo in
Santo Apostolo in un deposito nel cospetto di tutta Roma, avendo
disegnato Sua Santità di farne fare particolare e memoria sepoltura in
San Piero di Roma.
Arrivò Lionardo suo nipote che era finito ogni cosa, quantunque
andasse in poste; et avutone aviso il duca Cosimo, il quale aveva
disegnato che poi che non l'aveva potuto aver vivo et onorarlo, di
farlo venire a Fiorenza e non restare con ogni sorte di pompa
onorarlo dopo la morte, fu ad uso di mercanzia mandato in una balla
segretamente; il quale modo si tenne acciò in Roma non s'avesse a
fare romore e forse essere impedito il corpo di Michelagnolo e non
lasciato condurre in Fiorenza. Ma innanzi che il corpo venisse, intesa
la nuova della morte, ragunatisi insieme a richiesta del luogotenente
della loro Accademia i principali pittori, scultori et architetti, fu
ricordato loro da esso luogotenente, che allora era il reverendo don