Page 180 - Giorgio Vasari
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VITA D'ANDREA TAFI PITTORE FIORENTINO
Sì come recarono non piccola maraviglia le cose di Cimabue, avendo
egli dato all'arte della pittura migliore disegno e forma, agl'uomini di
que' tempi, avezzi a non veder se non cose fatte alla maniera greca,
così l'opere di musaico d'Andrea Tafi, che fu nei medesimi tempi,
furono ammirate, et egli perciò tenuto eccellente anzi divino, non
pensando que' popoli, non usi a veder altro, che in cotale arte meglio
operar si potesse. Ma di vero, non essendo egli il più valente uomo
del mondo, considerato che il musaico per la lunga vita era più che
tutte l'altre pitture stimato, se n'andò da Firenze a Vinezia, dove
alcuni pittori greci lavoravano in S. Marco di musaico, e con essi
pigliando dimestichezza, con preghi, con danari e con promesse,
operò di maniera che a Firenze condusse maestro Apollonio pittore
greco, il quale gl'insegnò a cuocere i vetri del musaico e far lo stucco
per commetterlo, et in sua compagnia lavorò nella tribuna di S.
Giovanni la parte di sopra dove sono le Potestà, i Troni e le
Dominazioni: nel qual luogo poi Andrea fatto più dotto, fece, come si
dirà di sotto, il Cristo che è sopra la banda della capella maggiore.
Ma avendo fatto menzione di S. Giovanni, non passerò con silenzio
che quel tempio antico è tutto di fuori e di dentro lavorato di marmi
d'opera corinta, e che egli è non pure in tutte le sue parti misurato e
condotto perfettamente, e con tutte le sue proporzioni, ma benissimo
ornato di porte e di finestre, et accompagnato da due colonne di
granito per faccia di braccia undici l'una, per fare i tre vani, sopra i
quali sono gl'architravi che posano in su le dette colonne, per reggere
tutta la machina della volta doppia; la quale è dagl'architetti moderni
come cosa singolare lodata; e meritamente, perciò che ella ha
mostrato il buono che già aveva in sé quell'arte a Filippo di ser
Brunellesco, a Donatello, et agl'altri maestri di que' tempi; i quali
impararono l'arte col mezzo di quell'opera e della chiesa di S.
Apostolo di Firenze; opera di tanta buona maniera che tira alla vera
bontà antica, avendo, come si è detto di sopra, tutte le colonne di
pezzi misurate e commesse con tanta diligenza, che si può molto