Page 178 - Giorgio Vasari
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Similmente sopra la porta del fianco che è dirimpetto al campanile, è
di mano di Giovanni una Nostra Donna di marmo, che ha da un lato
una donna inginocchioni con due bambini figurata per Pisa, e
dall'altro l'imperadore Enrico. Nella base dove posa la Nostra Donna
sono queste parole: Ave gratia plena, Dominus tecum; e appresso:
Nobilis arte manus sculpsit Joannes Pisanus
sculpsit sub Burgundio Tadi benigno...
et intorno alla basa di Pisa:
Virginis ancilla sum Pisa quieta sub illa;
et intorno alla basa d'Enrico:
Imperat Henricus qui Christo fertur amicus.
Essendo stata già molti anni nella Pieve vecchia della terra di Prato,
sotto l'altare della cappella maggiore, la cintola di Nostra Donna, che
Michele da Prato tornando di Terra Santa aveva recato nella patria
l'anno 1141, e consegnatala a Uberto proposto di quella Pieve, che la
pose dove si è detto, e dove era stata sempre con gran venerazione
tenuta, l'anno 1312 fu voluta rubare da un pratese, uomo di
malissima vita e quasi un altro ser Ciapelletto; ma essendo stato
scoperto, fu per mano della Justizia come sacrilego fatto morire. Da
che mossi i Pratesi deliberarono di fare, per tenere più sicuramente la
detta cintola, un sito forte e bene accomodato; onde, mandato per
Giovanni che già era vecchio, feciono col consiglio suo nella chiesa
maggiore, la cappella dove ora sta riposta la detta cintola di Nostra
Donna. E poi col disegno del medesimo feciono la detta chiesa molto
maggiore di quello ch'ella era, e la incrostarono di fuori di marmi
bianchi e neri, e similmente il campanile, come si può vedere.