Page 1795 - Giorgio Vasari
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non  voleva  insegnare,  hanno  il  torto,  perché  l'usò  sempre  a'  suoi
               famigliari et a chi dimandava consiglio, e perché mi sono trovato a
               molti presente, per modestia lo taccio non volendo scoprire i difetti
               d'altri. Si può ben far giudizio di questo che con coloro che stettono
               con seco in casa ebbe mala fortuna, perché percosse in subietti poco

               atti  a  imitarlo;  ché  Piero  Urbano  pistolese  suo  creato  era  persona
               d'ingegno, ma non volse mai affaticarsi; Antonio Mini arebbe voluto,
               ma non ebbe il cervello atto, e quando la cera è dura non s'imprime

               bene; Ascanio dalla Ripa Transone durava gran fatiche, ma mai se ne
               vedde  il  frutto  né  in  opere,  né  in  disegni,  e  pestò  parecchi  anni
               intorno a una tavola che Michelagnolo gli aveva dato un cartone, nel
               fine se n'è ito in fummo quella buona aspettazione che si credeva di
               lui, che mi ricordo che Michelagnolo gli veniva compassione sì dello

               stento  suo  e  l'aiutava  di  suo  mano,  ma  giovò  poco.  E  s'egli  avessi
               avuto un subietto, che me lo disse parecchi volte, arebbe speso così
               vecchio  fatto  notomia  et  arebbe  scrittovi  sopra  per  giovamento  de'

               suoi artefici, che fu ingannato da parecchi; ma si difidava, per non
               potere  esprimere  con  gli  scritti  quel  ch'egli  arebbe  voluto,  per  non
               essere egli esercitato nel dire, quantunque egli in prosa nelle lettere
               sue abbia con poche parole spiegato bene il suo concetto, essendosi
               egli molto dilettato delle lezzioni de' poeti volgari, e particolarmente

               di  Dante  che  molto  lo  amirava  et  imitava  ne'  concetti  e  nelle
               invenzioni, così 'l Petrarca, dilettatosi di far madrigali, sonetti molto
               gravi sopra e' quali s'è fatto comenti, e Messer Benedetto Varchi nella

               Accademia fiorentina fece una lezione onorata sopra quel sonetto che
               comincia:


               Non ha l'ottimo artista alcun concetto,

               ch'un marmo solo in sé non circonscriva.



               Ma infiniti ne mandò di suo e ricevé risposta di rime e di prose della
               illustrissima  marchesana  di  Pescara,  delle  virtù  della  quale
               Michelagnolo  era  innamorato  et  ella  parimente  di  quelle  di  lui,  e

               molte  volte  andò  ella  a  Roma  da  Viterbo  a  visitarlo,  e  le  disegnò
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