Page 1791 - Giorgio Vasari
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E tornando a Michelagnolo, dico che innanzi la morte un anno incirca,
               avendosi  adoperato  il  Vasari  segretamente  che  'l  duca  Cosimo  de'
               Medici operassi col Papa per ordine di Messer Averardo Serristori suo
               imbasciadore,  che,  visto  che  Michelagnolo  era  molto  cascato,  si
               tenesse  diligente  cura  di  chi  gli  era  attorno  a  governarlo  e  chi  gli

               praticava  in  casa,  che  venendogli  qualche  subito  accidente,  come
               suole venire a' vecchi, facessi provisione che le robe, disegni, cartoni,
               modelli e danari et ogni suo avere nella morte si fussino inventariati

               e posti in serbo per dare alla fabbrica di San Piero, se vi fussi stato
               cose  attenenti  a  lei,  così  alla  sagrestia  e  libreria  di  San  Lorenzo  e
               facciata,  non  fussino  state  trasportate  via,  come  spesso  suole
               avvenire; che finalmente giovò tal diligenza, che tutto fu eseguito in
               fine.

               Desiderava  Lionardo  suo  nipote  la  quaresima  vegnente  andare  a

               Roma, come quello che s'indovinava che già Michelagnolo era in fine
               della vita sua, e lui se ne contentava, quando amalatosi Michelagnolo
               di  una  lenta  febbre,  subito  fé  scrivere  a  Daniello  che  Lionardo
               andassi: ma il male cresciutogli, ancora che Messer Federigo Donati

               suo  medico  e  gli  altri  suoi  gli  fussino  a  torno,  con  conoscimento
               grandissimo fece testamento di tre parole, che lasciava l'anima sua
               nelle mane de Iddio, il suo corpo alla terra e la roba a' parenti più
               prossimi,  imponendo  a'  suoi  che  nel  passare  di  questa  vita  gli

               ricordassino il patire di Gesù Cristo; e così a dì 17 di febraio, l'anno
               1563 a ore 23 a uso fiorentino, che al romano sarebbe 1564, spirò
               per irsene a miglior vita.

               Fu Michelagnolo molto inclinato alle fatiche dell'arte, veduto che gli
               riusciva  ogni  cosa  quantunque  dificile,  avendo  avuto  dalla  natura
               l'ingegno  molto  atto  et  aplicato  a  queste  virtù  eccellentissime  del

               disegno;  là  dove  per  esser  interamente  perfetto,  infinite  volte  fece
               anatomia  scorticando  uomini  per  vedere  il  principio  e  legazioni
               dell'ossature, muscoli, nerbi, vene e moti diversi e tutte le positure
               del corpo umano, e non solo degli uomini, ma degli animali ancora e

               particularmente de' cavagli, de' quali si dilettò assai di tenerne; e di
               tutti  volse  veder  il  lor  principio  et  ordine  in  quanto  all'arte,  e  lo
               mostrò talmente nelle cose che gli accaddono trattare, che non ne fa
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