Page 1789 - Giorgio Vasari
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cominciorono  a  dar  nome  fuori  che  non  poteva  più,  che  bisognava
               dargli un sustituto, e che egli aveva detto che non voleva impacciarsi
               più  di  San  Piero.  Tornò  tutto  agli  orecchi  di  Michelagnolo,  il  quale
               mandò Daniello Ricciarelli da Volterra al vescovo Ferratino, uno de'
               soprastanti, che aveva detto al cardinale di Carpi che Michelagnolo

               aveva detto a un suo servitore che non voleva impacciarsi più della
               fabbrica;  che  tutto  Daniello  disse  non  essere  questa  la  voluntà  di
               Michelagnolo; dolendosi il Ferratino che egli non conferiva il concetto

               suo,  e  che  era  bene  che  dovessi  mettervi  un  sostituto  e  volentieri
               arebbe  accettato  Daniello,  il  quale  pareva  che  si  contentassi
               Michelagnolo;  dove  fatto  intendere  a'  deputati  in  nome  di
               Michelagnolo  che  avevono  un  sustituto,  presentò  il  Ferratino  non
               Daniello,  ma  in  cambio  suo  Nanni  Bigio,  che  entrato  drento  et

               accettato da' soprastanti, non andò guari che dato ordine di fare un
               ponte di legno dalla parte delle stalle del papa dove è il monte, per
               salire  sopra  la  nicchia  grande  che  volta  a  quella  parte,  fé  mozzare

               alcune travi grosse di abeto dicendo che si consumava nel tirare su la
               roba troppi canapi, che era meglio il condurla per quella via. Il che
               inteso Michelagnolo andò subito dal Papa, e romoreggiando perché
               era  sopra  la  piazza  di  Campidoglio,  lo  fé  subito  andare  in  camera,
               dove  disse:  "Gli  è  stato  messo,  Padre  Santo,  per  mio  sostituto  da'

               deputati uno che io non so chi egli sia, però se conoscevano loro e la
               Santità Vostra che io non sia più 'l caso, io me ne tornerò a riposare a
               Fiorenza, dove goderò quel gran Duca che m'ha tanto desiderato, e

               finirò  la  vita  in  casa  mia:  però  vi  chieggo  buona  licenzia".  Il  Papa
               n'ebbe  dispiacere  e  con  buone  parole  confortandolo  gli  ordinò  che
               dovessi venire a parlargli il giorno lì in Araceli, dove fatto ragunare i
               deputati della fabbrica, volse intendere le cagioni di quello che era
               seguito:  dove  fu  risposto  da  loro  che  la  fabbrica  rovinava  e  vi  si

               faceva degli errori; il che avendo inteso il Papa non essere il vero,
               comandò al signor Gabrio Scerbellone che dovessi andare a vedere in
               sulla  fabbrica  e  che  Nanni  che  proponeva  queste  cose  gliele

               mostrassi:  che  ciò  fu  eseguito.  E  trovato  il  signor  Gabrio  esser  ciò
               tutta  malignità  e  non  essere  vero,  fu  cacciato  via  con  parole  poco
               oneste  di  quella  fabbrica  in  presenza  di  molti  signori,
               rimproverandogli che per colpa sua rovinò il ponte Santa Maria e che
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