Page 1770 - Giorgio Vasari
P. 1770
così dal Vasari. Dove essendo morto Marcello e creato Paulo Quarto,
dal quale di nuovo gli era stato, in quel principio che egli andò a
baciare il piede, fatte offerte assai, in desiderio della fine della
fabbrica di San Pietro, e l'obligo, che gli pareva avervi, lo tenne
fermo, e pigliando certe scuse scrisse al Duca che non poteva per
allora servirlo, et una lettera al Vasari con queste parole proprie:
Messer Giorgio amico caro. Io chiamo Iddio in testimonio, come io fu'
contra mia voglia con grandissima forza messo da papa Paulo Terzo
nella fabbrica di San Pietro di Roma dieci anni sono; e se si fussi
seguitato fino a oggi di lavorare in detta fabbrica come si faceva
allora, io sarei ora a quello di detta fabbrica, ch'io desidererei
tornarmi costà; ma per mancamento di danari la s'è molto allentata,
et allentasi quando l'è giunta in più faticose e dificil parti, in modo
che abandonandola ora non sarebbe altro che con grandissima
vergogna e peccato perdere il premio delle fatiche che io ho durate in
detti dieci anni per l'amor de Dio. Io vi ho fatto questo discorso per
risposta della vostra, e perché ho una lettera del Duca, m'ha fatto
molto maravigliare che sua signoria si sia degnata a scrivere con
tanta dolcezza. Ne ringrazio Iddio e sua eccellenza quanto so e
posso. Io esco di proposito, perché ho perduto la memoria e 'l
cervello, e lo scrivere m'è di grande affanno, perché non è mia arte.
La conclusione è questa: di farvi intendere quel che segue dello
abandonare la sopra detta fabbrica, e partirsi di qua: la prima cosa
contenterei parecchi ladri, e sarei cagione della sua rovina, e forse
ancora del serrarsi per sempre.
Seguitando di scrivere Michelagnolo a Giorgio, gli disse per
escusazione sua col Duca, che avendo casa e molte cose a comodo
suo in Roma, che valevano migliaia di scudi, oltra a l'esser indisposto
della vita per renella, fianco e pietra, come hanno tutti e' vecchi e
come ne poteva far fede maestro Eraldo suo medico, del quale si
lodava dopo Dio avere la vita da lui, per che per queste cagioni non
poteva partirsi, e che finalmente non gli bastava l'animo se non di