Page 1764 - Giorgio Vasari
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disse che era risoluto non volere mettere dette sepolture in su quel

               monte,  ma  nella  chiesa  de'  fiorentini;  richiesemi  di  parere  e  di
               disegno, et io ne lo confortai assai, stimando che per questo mezzo
               detta chiesa s'abbia a finire. Circa le vostre tre ricevute non ho penna
               da rispondere a tante altezze, ma se avessi caro di essere in qualche

               parte quello che mi fate, non l'arei caro per altro se non perché voi
               avessi  un  servidore  che  valessi  qualcosa.  Ma  io  non  mi  maraviglio,
               sendo voi risucitatore di uomini morti, che voi allunghiate vita ai vivi,

               o  vero  che  i  mal  vivi  furiate  per  infinito  tempo  alla  morte.  E  per
               abreviare, io son tutto, come son, vostro. Michelagnolo Buonaruoti in
               Roma.



               Mentre che queste cose si travagliavano e che la nazione cercava di
               far danari, nacquero certe difficultà, per che non conclusero niente, e
               così  la  cosa  si  raffreddò.  Intanto  avendo  già  fatto  il  Vasari  e
               l'Ammannato  cavare  a  Carrara  tutti  i  marmi,  se  ne  mandò  a  Roma

               gran parte, e così l'Ammannato con essi, scrivendo per lui il Vasari al
               Buonaruoto  che  facessi  intendere  al  Papa  dove  voleva  questa
               sepoltura,  e  che  avendo  l'ordine  facessi  fondare,  sùbito  che
               Michelagnolo  ebbe  la  lettera,  parlò  al  nostro  signore  e  scrisse  al

               Vasari questa resoluzione di man sua:



               Messer Giorgio mio caro. Sùbito che Bartolomeo fu giunto qua, andai
               a parlare al Papa, e, visto che voleva fare rifondare a Montorio per le
               sepolture,  provveddi  d'un  muratore  di  San  Piero.  El  Tantecose  lo
               seppe e volsevi mandare uno a suo modo; io per non combattere con
               chi dà le mosse a' venti, mi son tirato adreto, perché essendo uomo

               leggeri, non vorrei essere trasportato in qualche macchia. Basta che
               nella chiesa de' fiorentini non mi pare s'abbia più a pensare. Tornate
               presto e state sano. Altro non mi accade. Addì 13 di ottobre 1550.



               Chiamava Michelagnolo il Tantecose monsignor di Furlì, perché voleva
               fare ogni cosa. Essendo maestro di camera del Papa, provedeva per

               le  medaglie,  gioie,  camei  e  figurine  di  bronzo,  pitture,  disegni,  e
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