Page 1762 - Giorgio Vasari
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attenente all'arte.
               Autenticò papa Giulio Terzo quell'anno il motu proprio di papa Paulo

               Terzo  sopra  la  fabbrica  di  San  Piero,  et  ancora  che  gli  fussi  detto
               molto male dai fautori della setta sangallesca per conto della fabbrica
               di San Piero, per allora non ne volse udire niente quel Papa avendogli
               (come era vero) mostro il Vasari ch'egli aveva dato la vita a quella

               fabrica, et operò con Sua Santità che quella non facessi cosa nessuna
               attenente  al  disegno  senza  il  giudizio  suo,  che  l'osservò  sempre:
               perché né alla vigna Iulia fece cosa alcuna senza il suo consiglio, né
               in Belvedere, dove si rifece la scala che v'è ora in cambio della mezza

               tonda  che  veniva  innanzi,  saliva  otto  scaglioni  et  altri  otto  in  giro
               entrava in dentro, fatta già da Bramante, che era posta nella maggior
               nicchia in mezzo Belvedere. Michelagnolo vi disegnò e fé fare quella
               quadra coi balaustri di preperigno che vi è ora, molto bella.

               Aveva  il  Vasari  quell'anno  finito  di  stampare  l'opera  delle  vite  de'
               pittori,  scultori  et  architettori  in  Fiorenza,  e  di  niuno  de'  vivi  aveva

               fatto la vita, ancor che ci fussi de' vecchi, se non di Michelagnolo; e
               così  gli  presentò  l'opera,  che  la  ricevé  con  molta  allegrezza,  dove
               molti  ricordi  di  cose  aveva  avuto  dalla  voce  sua  il  Vasari  come  da

               artefice più vecchio e di giudizio; e non andò guari che avendola letta
               gli mandò Michelagnolo il presente sonetto fatto da lui, il quale mi
               piace in memoria delle sue amorevolezze porre in questo luogo:



               Se con lo stile o coi colori avete

               alla natura pareggiato l'arte,

               anzi a quella scemato il pregio in parte,
               che 'l bel di lei più bello a noi rendete,

               poi che con dotta man posto vi sete

               a più degno lavoro, a vergar carte,

               quel che vi manca a lei di pregio in parte

               nel dar vita ad altrui tutta togliete.

               Che se secolo alcuno omai contese
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