Page 1752 - Giorgio Vasari
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particularmente  ancora  nella  barca  di  Caronte  si  dimostra,  il  quale
               con attitudine disperata l'anime tirate dai diavoli giù nella barca batte
               col remo, ad imitazione di quello che espresse il suo famigliarissimo
               Dante quando disse:



               Caron demonio, con occhi di bragia,

               loro accennando, tutte le raccoglie:

               batte col remo qualunque si adagia.



               Né si può imaginare quanto di varietà sia nelle teste di que' diavoli,
               mostri veramente d'inferno. Nei peccatori si conosce il peccato e la
               tema insieme del danno eterno. Et oltra a ogni bellezza straordinaria
               è  il  vedere  tanta  opera  sì  unitamente  dipinta  e  condotta,  che  ella
               pare  fatta  in  un  giorno  e  con  quella  fine  che  mai  minio  nissuno  si

               condusse talmente; e nel vero la moltitudine delle figure, la terribilità
               e  grandezza  dell'opera  è  tale,  che  non  si  può  descrivere,  essendo
               piena  di  tutti  i  possibili  umani  affetti  et  avendogli  tutti

               maravigliosamente espressi: avvenga che i superbi, gli invidiosi, gli
               avari, i lussuriosi e gli altri così fatti si riconoschino agevolmente da
               ogni  bello  spirito,  per  avere  osservato  ogni  decoro,  sì  d'aria,  sì
               d'attitudini  e  sì  d'ogni  altra  naturale  circostanzia  nel  figurarli;  cosa
               che,  se  bene  è  maravigliosa  e  grande,  non  è  stata  impossibile  a

               questo uomo, per essere stato sempre accorto e savio et avere visto
               uomini  assai  et  acquistato  quella  cognizione  con  la  pratica  del
               mondo, che fanno i filosofi con la speculazione e per gli scritti. Talché

               chi  giudicioso  e  nella  pittura  intendente  si  trova,  vede  la  terribilità
               dell'arte, et in quelle figure scorge i pensieri e gli affetti, i quali mai
               per altro che per lui non furono dipinti; così vede ancora quivi come si
               fa il variare delle tante attitudini negli strani e diversi gesti di giovani,
               vecchi,  maschi,  femine:  nei  quali  a  chi  non  si  mostra  il  terrore

               dell'arte insieme con quella grazia che egli aveva dalla natura? Per
               che  fa  scuotere  i  cuori  di  tutti  quegli  che  non  son  saputi,  come  di
               quegli  che  sanno  in  tal  mestiero.  Vi  sono  gli  scorti  che  paiono  di

               rilievo, e con la unione, la morbidezza e la finezza nelle parti delle
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