Page 1747 - Giorgio Vasari
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Giudizio. Ma egli mostrando al Papa di essere occupato in quello, non
               restava però con ogni poter suo, e segretamente lavorava sopra le
               statue  che  andavano  a  detta  sepoltura.  Successe  l'anno  1533  la
               morte  di  papa  Clemente,  dove  a  Fiorenza  si  fermò  l'opera  della
               sagrestia e libreria, la quale con tanto studio cercando si finisse, pure

               rimase imperfetta. Pensò veramente allora Michelagnolo essere libero
               e potere attendere a dar fine alla sepoltura di Giulio II; ma essendo
               creato Paulo Terzo non passò molto che fattolo chiamare a sé, oltra al

               fargli carezze et offerte, lo ricercò che dovessi servirlo e che lo voleva
               appresso di sé. Ricusò questo Michelagnolo, dicendo che non poteva
               fare,  essendo  per  contratto  obligato  al  duca  d'Urbino  fin  che  fussi
               finita la sepoltura di Giulio. Il Papa ne prese còllora dicendo: "Io ho
               avuto trenta anni questo desiderio et ora che son papa non me lo

               caverò? Io straccerò il contratto e son disposto che tu mi serva a ogni
               modo". Michelagnolo, veduto questa risoluzione, fu tentato di partirsi
               da  Roma  et  in  qualche  maniera  trovar  via  da  dar  fine  a  questa

               sepoltura.  Tuttavia  temendo,  come  prudente,  della  grandezza  del
               Papa, andava pensando trattenerlo di sodisfarlo di parole, vedendolo
               tanto vecchio, fin che qualcosa nascesse. Il Papa, che voleva far fare
               qualche opera segnalata a Michelagnolo, andò un giorno a trovarlo a
               casa  con  dieci  cardinali,  dove  e'  volse  veder  tutte  le  statue  della

               sepoltura  di  Giulio  che  gli  parsono  miracolose,  e  particolarmente  il
               Moisè,  che  dal  cardinale  di  Mantova  fu  detto  che  quella  sol  figura
               bastava  a  onorare  papa  Giulio,  e  veduto  i  cartoni  e'  disegni  che

               ordinava  per  la  facciata  della  cappella  che  gli  parvono  stupendi,  di
               nuovo  il  Papa  lo  ricercò  con  istanzia  che  dovessi  andare  a  servirlo,
               promettendogli che farebbe che 'l duca d'Urbino si contenterà di tre
               statue  e  che  l'altre  si  faccin  fare  con  suo  modegli  a  altri  eccellenti
               maestri. Per il che procurato ciò con gli agenti del Duca Sua Santità,

               fecesi  di  nuovo  contratto  confermato  dal  Duca,  e  Michelagnolo
               spontaneamente si obligò pagar le tre statue e farla murare; che per
               ciò  depositò  in  sul  banco  degli  Strozzi  ducati  millecinquecento

               ottanta, e' quali arebbe potuto fuggire, e gli parve aver fatto assai a
               essersi disobligato di sì lunga e dispiacevole impresa, la quale egli la
               fece poi murare in San Piero in Vincola in questo modo: messe su il
               primo imbasamento intagliato con quattro piedistalli che risaltavano
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