Page 1742 - Giorgio Vasari
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lavorasse,  avendogli  i  cittadini  dato  la  cura  di  fortificare  oltra  al

               monte di San Miniato, la terra, come s'è detto. Conciò sia che avendo
               egli prestato a quella republica mille scudi e trovandosi de' Nove della
               milizia  ufizio  deputato  sopra  la  guerra,  volse  tutto  il  pensiero  e  lo
               animo suo a dar perfezione a quelle fortificazioni, et avendola stretta

               finalmente l'esercito intorno, et a poco a poco mancata la speranza
               degli  aiuti  e  cresciute  le  dificultà  del  mantenersi,  e  parendogli  di
               trovarsi  a  strano  partito,  per  sicurtà  della  persona  sua  si  deliberò

               partire di Firenze et andarsene a Vinezia senza farsi conoscere per la
               strada a nessuno. Partì dunque segretamente per la via del monte di
               San Miniato che nessuno il seppe, menandone seco Antonio Mini suo
               creato e 'l Piloto orefice amico suo fedele, e con essi portarono sul
               dosso  uno  imbottito  per  uno  di  scudi  ne'  giubboni.  Et  a  Ferrara

               condotti, riposandosi, avvenne che per gli sospetti della guerra e per
               la lega dello imperatore e del Papa, che erano intorno a Fiorenza, il
               duca  Alfonso  da  Este  teneva  ordini  in  Ferrara  e  voleva  sapere

               secretamente dagli osti che alloggiavano, i nomi di tutti coloro che
               ogni dì alloggiavano, e la listra de' forestieri di che nazione si fossero
               ogni dì si faceva portare. Avvenne dunque che essendo Michelagnolo
               quivi con animo di non esser conosciuto, e con li suoi scavalcato, fu
               ciò per questa via noto al Duca, che se ne rallegrò per esser divenuto

               amico suo. Era quel principe di grande animo e mentre che visse si
               dilettò continuamente della virtù. Mandò subito alcuni de' primi della
               sua  corte  che  per  parte  di  sua  eccellenza  in  palazzo  e  dove  era  il

               Duca  lo  conducessero,  et  i  cavalli  et  ogni  sua  cosa  levassero  e
               bonissimo  alloggiamento  in  palazzo  gli  dessero.  Michelagnolo
               trovandosi in forza altrui, fu constretto ubidire, e quel che vender non
               poteva,  donare,  et  al  Duca  con  coloro  andò  senza  levare  le  robe
               dell'osteria. Per che fattogli il Duca accoglienze grandissime e doltosi

               della sua salvatichezza, et apresso fattogli di ricchi et onorevoli doni,
               volse con buona provisione in Ferrara fermarlo. Ma egli non avendo a
               ciò  l'animo  intento,  non  vi  volle  restare;  e  pregatolo  almeno  che

               mentre  la  guerra  durava  non  si  partisse,  il  Duca  di  nuovo  gli  fece
               offerte di tutto quello che era in poter suo. Onde Michelagnolo, non
               volendo esser vinto di cortesia, lo ringraziò molto, e voltandosi verso i
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