Page 1739 - Giorgio Vasari
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licenzia ha dato grande animo a quelli che hanno veduto il far suo di

               mettersi a imitarlo, e nuove fantasie si sono vedute poi alla grottesca
               più tosto che a ragione o regola, a' loro ornamenti. Onde gli artefici
               gli  hanno  infinito  e  perpetuo  obligo,  avendo  egli  rotti  i  lacci  e  le
               catene delle cose, che per via d'una strada comune eglino di continuo

               operavano. Ma poi lo mostrò meglio e volse far conoscere tal cosa
               nella libreria di San Lorenzo nel medesimo luogo, nel bel partimento
               delle  finestre,  nello  spartimento  del  palco  e  nella  maravigliosa

               entrata di quel ricetto. Né si vidde mai grazia più risoluta nel tutto e
               nelle  parti  come  nelle  mensole,  ne'  tabernacoli  e  nelle  cornici,  né
               scala più comoda: nella quale fece tanto bizzarre rotture di scaglioni
               e  variò  tanto  da  la  comune  usanza  delli  altri,  che  ogni  uno  se  ne
               stupì.  Mandò  in  quello  tempo  Pietro  Urbano  pistolese  suo  creato  a

               Roma a mettere in opera un Cristo ignudo che tiene la croce, il quale
               è  una  figura  mirabilissima,  che  fu  posto  nella  Minerva  allato  alla
               cappella maggiore per Messer Antonio Metelli. Seguì intorno a questo

               tempo  il  Sacco  di  Roma,  la  cacciata  de'  Medici  di  Firenze,  nel  qual
               mutamento  disegnando  chi  governava  rifortificare  quella  città,
               feciono  Michelagnolo  sopra  tutte  le  fortificazioni  commessario
               generale.  Dove  in  più  luoghi  disegnò  e  fece  fortificar  la  città,  e
               finalmente il poggio di S. Miniato cinse di bastioni, i quali non colle

               piote  di  terra  faceva  e  legnami  e  stipe  alla  grossa,  come  s'usa
               ordinariamente, ma armadure di sotto intessute di castagni e quercie
               e di altre buone maniere, et in cambio di piote prese mattoni crudi

               fatti con capechio e sterco di bestie, spianati con somma diligenza: e
               perciò  fu  mandato  dalla  Signoria  di  Firenze  a  Ferrara  a  vedere  le
               fortificazioni  del  duca  Afonso  Primo,  e  così  le  sue  artiglierie  e
               munizioni; ove ricevé molte cortesie da quel signore, che lo pregò che
               gli  facessi  a  comodo  suo  qualche  cosa  di  sua  mano,  che  tutto  gli

               promesse  Michelagnolo;  il  quale  tornato  andava  del  continuo  anco
               fortificando  la  città,  e  benché  avessi  questi  impedimenti  lavorava
               nondimeno un quadro d'una Leda per quel Duca, colorito a tempera

               di sua mano, che fu cosa divina, come si dirà a suo luogo, e le statue
               per  le  sepolture  di  San  Lorenzo  segretamente.  Stette  Michelagnolo
               ancora in questo tempo sul monte di San Miniato forse sei mesi per
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