Page 1737 - Giorgio Vasari
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montagne, e per forza di mazze e picconi rompere massi per
ispianare e con palafitta ne' luoghi paludosi, ove spese molti anni
Michelagnolo per esseguire la volontà del Papa, e vi si cavò
finalmente cinque colonne di giusta grandezza, che una n'è sopra la
piazza di San Lorenzo in Fiorenza, l'altre sono alla marina. E per
questa cagione il marchese Alberigo, che si vedde guasto
l'aviamento, diventò poi gran nemico di Michelagnolo senza sua
colpa. Cavò oltre a queste colonne molti marmi, che sono ancora in
sulle cave stati più di trenta anni. Ma oggi il duca Cosimo ha dato
ordine di finire la strada, che ci è ancora dua miglia a farsi, molto
malagevole per condurre questi marmi, e di più da un'altra cava
eccellente per marmi che allora fu scoperta da Michelagnolo, per
poter finire molte belle imprese, e nel medesimo luogo di Seravezza
ha scoperto una montagna di mischii durissimi e molti begli sotto
Stazema, villa in quelle montagne, dove ha fatto fare il medesimo
duca Cosimo una strada siliciata di più di quattro miglia per condurli
alla marina.
E tornando a Michelagnolo, che se ne tornò a Fiorenza perdendo
molto tempo ora in questa cosa et ora in quell'altra, et allora fece per
il palazzo de' Medici un modello delle finestre inginocchiate a quelle
stanze che sono sul canto dove Giovanni da Udine lavorò quella
camera di stucco e dipinse, che è cosa lodatissima, e fecevi fare, ma
con suo ordine, dal Piloto orefice quelle gelosie di rame straforato che
son certo cosa mirabile. Consumò Michelagnolo molti anni in cavar
marmi; vero è che mentre si cavavano fece modelli di cera et altre
cose per l'Opera. Ma tanto si prolungò questa impresa, che i danari
del Papa assegnati a questo lavoro si consumarono nella guerra di
Lombardia, e l'opera per la morte di Leone rimase imperfetta, per che
altro non vi si fece che il fondamento dinanzi per reggerla, e
condussesi da Carrara una colonna grande di marmo su la piazza di
San Lorenzo. Spaventò la morte di Leone talmente gli artefici e le arti
et in Roma et in Fiorenza, che mentre che Adriano vi visse,
Michelagnolo s'attese in Fiorenza alla sepoltura di Giulio. Ma morto
Adriano e creato Clemente VII, il quale nelle arti della architettura,
della scultura, della pittura, fu non meno desideroso di lasciar fama