Page 1738 - Giorgio Vasari
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che Leone e gli altri suo' predecessori, in questo tempo, l'anno 1525,
               fu  condotto  Giorgio  Vasari  fanciullo  a  Fiorenza  dal  cardinale  di
               Cortona  e  messo  a  stare  con  Michelagnolo  a  imparare  l'arte.  Ma
               essendo lui chiamato a Roma da papa Clemente VII, perché gli aveva
               cominciato la libreria di San Lorenzo e la sagrestia nuova per metter

               le sepolture di marmo de' suoi maggiori che egli faceva, si risolvé che
               il  Vasari  andasse  a  stare  con  Andrea  del  Sarto  fino  a  che  egli  si
               spediva, et egli proprio venne a bottega di Andrea a raccomandarlo.

               Partì  per  Roma  Michelagnolo  in  fretta,  et  infestato  di  nuovo  da
               Francesco  Maria  duca  di  Urbino  nipote  di  papa  Giulio,  il  quale  si

               doleva di Michelagnolo dicendo che aveva ricevuto sedici mila scudi
               per detta sepoltura e che se ne stava in Fiorenza a' suoi piaceri, e lo
               minacciò  malamente  che  se  non  vi  attendeva  lo  farebbe  capitare
               male.  Giunto  a  Roma  papa  Clemente,  che  se  ne  voleva  servire,  lo

               consigliò che facessi conto cogli agenti del Duca, ché pensava che a
               quel che gli aveva fatto fussi più tosto creditore che debitore; la cosa
               restò così. E ragionando insieme di molte cose, si risolsero di finire
               affatto la sagrestia e libreria nuova di S. Lorenzo di Fiorenza. Laonde,

               partitosi di Roma, e' voltò la cupola che vi si vede, la quale di vario
               componimento fece lavorare, et al Piloto orefice fece fare una palla a
               settantadue facce che è bellissima. Accadde mentre che e' la voltava,
               che fu domandato da alcuni suoi amici: "Michelagnolo, voi doverete

               molto variare la vostra lanterna da quella di Filippo Bruneleschi", et
               egli rispose loro: "Egli si può ben variare, ma migliorare no".

               Fecevi dentro quattro sepolture per ornamento nelle facce, per li corpi
               de' padri de' due papi, Lorenzo vecchio e Giuliano suo fratello, e per
               Giuliano fratello di Leone e per Lorenzo suo nipote. E perché egli la
               volse  fare  ad  imitazione  della  sagrestia  vecchia,  che  Filippo

               Brunelleschi  aveva  fatto,  ma  con  altro  ordine  di  ornamenti,  vi  fece
               dentro uno ornamento composito, nel più vario e più nuovo modo che
               per  tempo  alcuno  gli  antichi  et  i  moderni  maestri  abbino  potuto
               operare; perché nella novità di sì belle cornici, capitegli e base, porte,

               tabernacoli e sepolture, fece assai diverso da quello che di misura,
               ordine e regola facevano gli uomini secondo il comune uso e secondo
               Vitruvio e le antichità, per non volere a quello agiugnere. La quale
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