Page 1736 - Giorgio Vasari
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piangendo.
               Onde  vari  et  infiniti  furono  i  ragionamenti  che  circa  ciò  seguirono;

               perché tale opera della facciata averebbono voluto compartire in più
               persone, e per l'architettura concorsero molti artefici a Roma al Papa,
               e  fecero  disegni  Baccio  d'Agnolo,  Antonio  da  San  Gallo,  Andrea  et
               Iacopo  Sansovino,  il  grazioso  Raffaello  da  Urbino,  il  quale  nella

               venuta del Papa fu poi condotto a Fiorenza per tale effetto. Laonde
               Michelagnolo si risolse di fare un modello, e non volere altro che lui in
               tal  cosa,  superiore  o  guida  dell'architettura.  Ma  questo  non  volere
               aiuto fu cagione che né egli né altri operasse, e que' maestri disperati

               ai  loro  soliti  esercizii  si  ritornassero.  E  Michelagnolo  andando  a
               Carrara  [passò  da  Fiorenza]  con  una  comissione  che  da  Iacopo
               Salviati  gli  fussino  pagati  mille  scudi;  ma  essendo  nella  giunta  sua
               serrato  Iacopo  in  camera  per  faccende  con  alcuni  cittadini,

               Michelagnolo  non  volle  aspettare  l'udienza,  ma  si  partì  senza  far
               motto  e  subito  andò  a  Carrara.  Intese  Iacopo  dello  arrivo  di
               Michelagnolo, e non lo trovando in Fiorenza gli mandò i mille scudi a
               Carrara. Voleva il mandato che gli facesse la ricevuta, al quale disse

               che  erano  per  la  spesa  del  Papa  e  non  per  interesso  suo,  che  gli
               riportasse che non usava far quitanza, né riceute per altri; onde per
               tema colui ritornò senza a Iacopo.

               Mentre che egli era a Carrara e che e' faceva cavar marmi, non meno
               per la sepoltura di Giulio che per la facciata, pensando pur di finirla,
               gli  fu  scritto  che  avendo  inteso  papa  Leone  che  nelle  montagne  di

               Pietrasanta a Seravezza sul dominio fiorentino, nella altezza del più
               alto monte chiamato l'Altissimo, erano marmi della medesima bontà
               e  bellezza  che  quelli  di  Carrara,  e  già  lo  sapeva  Michelagnolo,  ma
               pareva che non ci volesse attendere per essere amico del marchese

               Alberigo  signore  di  Carrara,  e  per  fargli  beneficio  volessi  più  tosto
               cavare  de'  carraresi  che  di  quegli  di  Seravezza,  o  fusse  che  egli  la
               giudicasse cosa lunga e da perdervi molto tempo, come intervenne;
               ma pure fu forzato andare a Seravezza, se bene allegava in contrario

               che ciò fussi di più disagio e spesa, come era, massimamente nel suo
               principio, e di più che non era forse così. Ma, in effetto, non volse
               udirne parola, però convenne fare una strada di parecchi miglia per le
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