Page 1733 - Giorgio Vasari
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soldati che sono intorno al campo; come ancora maravigliare altrui le
bellissime attitudini che egli fece nella storia di Iudit, nell'altro canto,
nella quale apparisce il tronco di Oloferne, che privo della testa si
risente, mentre che ella mette la morta testa in una cesta, in capo a
una sua fantesca vecchia, la quale per essere grande di persona si
china acciò Iudit la possa aggiugnere per acconciarla bene; e mentre
che ella tenendo le mani al peso cerca di ricoprirla, e voltando la
testa verso il tronco, il quale così morto nello alzare una gamba et un
braccio fa romore dentro nel padiglione, mostra nella vista il timore
del campo e la paura del morto: pittura veramente consideratissima.
Ma più bella e più divina di questa e di tutte l'altre ancora è la storia
delle serpi di Moisè, la quale è sopra il sinistro canto dello altare,
conciò sia che in lei si vede la strage che fa de' morti, il piovere, il
pugnere et il mordere delle serpi, e vi apparisce quella che Moisè
messe di bronzo sopra il legno; nella quale storia vivamente si
conosce la diversità delle morti che fanno coloro che privi sono d'ogni
speranza per il morso di quelle. Dove si vede il veleno atrocissimo far
di spasmo e paura morire infiniti, senza il legare le gambe et
avvolgere a le braccia coloro che rimasti in quella attitudine che gli
erano non si possono muovere; senza le bellissime teste che gridano
et arrovesciate si disperano. Né manco belli di tutti questi sono coloro
che riguardando il serpente e sentendosi nel riguardarlo alleggerire il
dolore e rendere la vita, lo riguardano con affetto grandissimo, fra'
quali si vede una femina che è sostenuta da uno d'una maniera che e'
si conosce non meno l'aiuto che l'è porto da chi la regge, che il
bisogno di lei in sì subita paura e puntura. Similmente nell'altra, dove
Assuero essendo in letto legge i suoi annali, son figure molto belle, e
tra l'altre vi si vegon tre figure a una tavola, che mangiano, nelle
quali rapresenta il consiglio che e' si fece di liberare il popolo ebreo e
di appiccare Aman; la quale figura fu da lui in scorto
straordinariamente condotta, avvenga che e' finse il tronco che regge
la persona di colui e quel braccio che viene innanzi non dipinti, ma
vivi e rilevati infuori, così con quella gamba che manda innanzi e simil
parti che vanno dentro; figura certamente fra le dificili e belle
bellissima e dificilissima. Che troppo lungo sarebbe a dichiarare le
tante belle fantasie d'atti diferenti dove tutta è la geonologia d'i padri