Page 1732 - Giorgio Vasari
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pare  una  persona  viva  quando  ella  ha  aplicato  molto  forte  i  suoi
               pensieri  a  qualche  cosa.  Similmente  pose  sopra  la  porta  della
               cappella il vecchio Zacheria, il quale cercando per il libro scritto d'una
               cosa che egli non truova sta con una gamba alta e l'altra bassa, e
               mentre che la furia del cercare quel che non truova lo fa stare così,

               non  si  ricorda  del  disagio  che  egli  in  così  fatta  positura  patisce.
               Questa figura è di bellissimo aspetto per la vecchiezza et è di forma
               alquanto grossa et ha un panno con poche pieghe, che è bellissimo,

               oltra che e' vi è un'altra Sibilla, che voltando in verso l'altare dall'altra
               banda  col  mostrare  alcune  scritte,  non  è  meno  da  lodare  coi  suoi
               putti che si siano l'altre. Ma chi considererà Isaia profeta che gli è di
               sopra,  il  quale  stando  molto  fiso  ne'  suoi  pensieri  ha  le  gambe
               sopraposte  l'una  e  l'altra,  e  tenendo  una  mano  dentro  al  libro  per

               segno del dove egli leggeva ha posato l'altro braccio col gomito sopra
               il libro et apoggiato la gota alla mano, chiamato da un di quei putti
               che egli ha dietro, volge solamente la testa senza sconciarsi niente

               del resto, vedrà tratti veramente tolti dalla natura stessa, vera madre
               dell'arte, e vedrà una figura che tutta bene studiata può insegnare
               largamente tutti i precetti del buon pittore. Sopra a questo Profeta è
               una Sibilla vecchia bellissima che mentre che ella siede studia in un
               libro  con  una  eccessiva  grazia,  e  non  senza  belle  attitudini  di  due

               putti che le sono intorno. Né si può pensare di immaginarsi di poter
               agiugnere  alla  eccellenza  della  figura  di  un  giovane  fatto  per
               Daniello,  il  quale  scrivendo  in  un  gran  libro  cava  di  certe  scritte

               alcune cose e le copia con una avidità incredibile. E per sostenimento
               di quel peso gli fece un putto fra le gambe, che lo regge mentre che
               egli scrive, il che non potrà mai paragonare pennello tenuto da qual
               si voglia mano; così come la bellissima figura della Libica, la quale
               avendo  scritto  un  gran  volume  tratto  da  molti  libri,  sta  con  una

               attitudine  donnesca  per  levarsi  in  piedi,  et  in  un  medesimo  tempo
               mostra volere alzarsi e serrare il libro: cosa difficilissima per non dire
               impossibile ad ogni altro che al suo maestro.

               Che si può egli dire delle quattro storie da' canti, ne' peducci di quella
               volta?  Dove  nell'una  Davit,  con  quella  forza  puerile  che  più  si  può,

               nella vincita d'un gigante spiccandoli il collo fa stupire alcune teste di
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