Page 1727 - Giorgio Vasari
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luoghi  sputava  quello  salso  umore  fiorito,  ma  col  tempo  l'aria  lo
               consumava.  Era  di  questa  cosa  disperato  Michelagnolo,  né  voleva
               seguitare più, e scusandosi col Papa che quel lavoro non gli riusciva,
               ci  mandò  Sua  Santità  Giuliano  da  San  Gallo,  che  dettogli  da  che
               veniva  il  difetto,  lo  confortò  a  seguitare  e  gli  insegnò  a  levare  le

               muffe.  Là  dove  condottola  fino  alla  metà,  il  Papa,  che  v'era  poi
               andato  a  vedere  alcune  volte  per  certe  scale  a  piuoli  aiutato  da
               Michelagnolo,  volse  che  ella  si  scoprissi,  perché  era  di  natura

               frettoloso et impaziente, e non poteva aspettare ch'ella fussi perfetta
               et avessi avuto, come si dice, l'ultima mano.

               Trasse subito che fu scoperta tutta Roma a vedere, et il Papa fu il
               primo, non avendo pazienzia che abassassi la polvere per il disfare
               de'  palchi.  Dove  Raffaello  da  Urbino,  che  era  molto  eccellente  in
               imitare, vistola mutò subito maniera, e fece a un tratto per mostrare

               la  virtù  sua  i  Profeti  e  le  Sibille  dell'opera  della  Pace,  e  Bramante
               allora  tentò  che  l'altra  metà  della  cappella  si  desse  dal  Papa  a
               Raffaello. Il che inteso Michelagnolo si dolse di Bramante e disse al
               Papa senza avergli rispetto molti difetti, e della vita, e delle opere

               sue d'architettura, che come s'è visto poi, Michelagnolo nella fabbrica
               di San Piero n'è stato correttore. Ma il Papa, conoscendo ogni giorno
               più  la  virtù  di  Michelagnolo,  volse  che  seguitasse,  e  veduto  l'opera
               scoperta, giudicò che Michelagnolo l'altra metà la poteva migliorare

               assai. E così del tutto condusse alla fine perfettamente in venti mesi
               da sé solo quell'opera senza aiuto pure di chi gli macinassi i colori.
               Èssi Michelagnolo doluto talvolta che per la fretta che li faceva il Papa
               e'  non  la  potessi  finire  come  arebbe  voluto  a  modo  suo,

               dimandandogli il Papa importunamente quando e' finirebbe; dove una
               volta  fra  l'altre  gli  rispose  che  ella  sarebbe  finita  "quando  io  arò
               satisfatto a me nelle cose dell'arte": "E noi vogliamo", rispose il Papa,
               "che satisfacciate a noi nella voglia che aviamo di farla presto"; gli

               conchiuse  finalmente  che  se  non  la  finiva  presto,  che  lo  farebbe
               gettare giù da quel palco. Dove Michelagnolo, che temeva et aveva
               da temere la furia del Papa, finì subito senza metter tempo in mezzo
               quel  che  ci  mancava;  e  disfatto  il  resto  del  palco,  la  scoperse  la

               mattina d'Ognisanti che 'l Papa andò in cappella a cantare la messa,
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