Page 172 - Giorgio Vasari
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versano acqua da tutte le bande. E perché a Giovanni parve avere
molto bene in quel lavoro operato, vi pose il nome suo. Circa l'anno
1560 essendo gli archi e i condotti di questa fonte, la quale costò
centosessantamila ducati d'oro, guasti in gran parte e rovinati,
Vincenzio Danti perugino scultore, e con sua non piccola lode, senza
rifar gli archi, il che sarebbe stato di grandissima spesa, ricondusse
molto ingegnosamente l'acqua alla detta fonte nel modo che era
prima.
Finita quest'opera, desideroso Giovanni di riveder il padre vecchio et
indisposto, si partì di Perugia per tornarsene a Pisa; ma passando per
Firenze, gli fu forza fermarsi, per adoperarsi insieme con altri
all'opera delle mulina d'Arno, che si facevano da S. Gregorio appresso
la piazza de' Mozzi. Ma finalmente avendo avuto nuove che Nicola
suo padre era morto, se n'andò a Pisa, dove fu per la virtù sua da
tutta la città con molto onore ricevuto, rallegrandosi ognuno che dopo
la perdita di Nicola, fusse di lui rimaso Giovanni erede così delle virtù,
come delle facultà sue.
E venuta occasione di far pruova di lui, non fu punto ingannata la loro
opinione; perché avendosi a fare alcune cose nella picciola ma
ornatissima chiesa di Santa Maria della Spina, furono date a fare a
Giovanni, il quale messovi mano, con l'aiuto di alcuni suoi giovani,
condusse i molti ornamenti di quell'oratorio a quella perfezzione che
oggi si vede; la quale opera, per quello che si può giudicare, dovette
esser in que' tempi tenuta miracolosa, e tanto più avendovi fatto in
una figura il ritratto di Nicola, di naturale, come seppe meglio. Veduto
ciò i Pisani, i quali molto inanzi avevano avuto ragionamento e voglia
di fare un luogo per le sepolture di tutti gli abitatori della città, così
nobili come plebei, o per non empiere il Duomo di sepolture o per
altra cagione, diedero cura a Giovanni di fare l'edifizio di
Camposanto, che è in su la piazza del Duomo verso le mura. Onde
egli con buon disegno e con molto giudizio, lo fece in quella maniera
e con quelli ornamenti di marmo e di quella grandezza che si vede. E
perché non si guardò a spesa nessuna, fu fatta la coperta di piombo;
e fuori della porta principale si veggiono nel marmo intagliate queste
parole: Anno Domini MCCLXXVIII. tempore Domini Federigi