Page 170 - Giorgio Vasari
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nelle quali immitò forte la maniera di Nicola suo maestro.
Nicola, intanto, essendo chiamato dai Volterrani l'anno 1254 che
vennono sotto i Fiorentini, perché accrescesse il Duomo loro che era
piccolo, egli lo ridusse, ancor che storto molto, a miglior forma e lo
fece più magnifico che non era prima. Poi ritornato finalmente a Pisa,
fece il pergamo di S. Giovanni di marmo, ponendovi ogni diligenza
per lasciare di sé memoria alla patria; e fra l'altre cose intagliando in
essa il Giudicio Universale, vi fece molte figure, se non con perfetto
disegno, almeno con pacienza e diligenza infinita, come si può
vedere; e perché gli parve, come era vero, aver fatto opera degna di
lode, v'intagliò a' piè questi versi:
Anno milleno bis centum bisque trideno
hoc opus insigne sculpsit Nicola Pisanus.
I Sanesi mossi dalla fama di quest'opera, che piacque molto non solo
a' Pisani ma a chiunque la vide, allogarono a Nicola il pergamo del
loro Duomo, dove si canta l'Evangelio, essendo pretore Guglielmo
Mariscotti: nel quale fece Nicola molte storie di Gesù Cristo con molta
sua lode, per le figure che vi sono lavorate e con molta difficultà
spiccate intorno intorno dal marmo.
Fece similmente Nicola il disegno della chiesa e convento di S.
Domenico d'Arezzo ai signori di Pietramala che lo edificarono, et ai
preghi del vescovo degli Ubertini restaurò la Pieve di Cortona, e fondò
la chiesa di S. Margherita pe' frati di S. Francesco in sul più alto luogo
di quella città.
Onde crescendo per tante opere sempre più la fama di Nicola, fu
l'anno 1267 chiamato da papa Clemente Quarto a Viterbo, dove, oltre
a molte altre cose, restaurò la chiesa e convento de' frati Predicatori.
Da Viterbo andò a Napoli al re Carlo Primo, il quale avendo rotto e
morto nel pian di Tagliacozzo Curradino, fece far in quel luogo una
chiesa e Badia ricchissima, e sepellire in essa l'infinito numero de'
corpi morti in quella giornata, ordinando appresso che da molti