Page 169 - Giorgio Vasari
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Molti nel tempo di Nicola, mossi da lodevole invidia, si missero con
               più  studio  alla  scultura  che  per  avanti  fatto  non  avevano,  e
               particolarmente  in  Milano,  dove  concorsero  alla  fabrica  del  Duomo
               molti  lombardi  e  tedeschi,  che  poi  si  sparsero  per  Italia  per  le
               discordie  che  nacquero  fra  i  Milanesi  e  Federigo  imperatore.  E  così

               cominciando questi artefici a gareggiare fra loro, così nei marmi come
               nelle fabriche, trovarono qualche poco di buono.

               Il  medesimo  accadde  in  Firenze,  poi  che  furono  vedute  l'opere
               d'Arnolfo e di Nicola, il quale, mentre che si fabricava col suo disegno
               in su la piazza di S. Giovanni la chiesetta della Misericordia, vi fece di

               sua mano in marmo una Nostra Donna, un S. Domenico e un altro
               Santo  che  la  mettono  in  mezzo,  sì  come  si  può  anco  veder  nella
               facciata di fuori di detta chiesa.

               Avendo al tempo di Nicola cominciato i Fiorentini a gettare per terra
               molte  torri  già  state  fatte  di  maniera  barbara  per  tutta  la  città,
               perché  meno  venissero  i  popoli,  mediante  quelle,  offesi  nelle  zuffe

               che spesso fra Guelfi e Ghibellini si facevano, o perché fusse maggior
               sicurtà  del  pubblico,  li  pareva  che  dovesse  esser  molto  difficile  il
               rovinare la torre del Guardamorto, la quale era in su la piazza di S.
               Giovanni,  per  avere  fatto  le  mura  così  gran  presa,  che  non  se  ne

               poteva levare con i picconi, e tanto più essendo altissima; per che
               facendo Nicola tagliar la torre da' piedi da uno de' lati, e fermatala
               con puntelli corti un braccio e mezzo, e poi dato lor fuoco, consumati
               che furono i puntelli, rovinò e si disfece da sé quasi tutta: il che fu

               tenuto  cosa  tanto  ingegnosa  et  utile  per  cotali  affari,  che  è  poi
               passata  di  maniera  in  uso,  che  quando  bisogna,  con  questo
               facilissimo modo si rovina in poco tempo ogni edifizio.

               Si trovò Nicola alla prima fondazione del Duomo di Siena, e disegnò il
               tempio  di  S.  Giovanni  nella  medesima  città;  poi  tornato  in  Firenze

               l'anno  medesimo  che  tornarono  i  Guelfi,  disegnò  la  chiesa  di  S.
               Trinita, et il monasterio delle donne di Faenza oggi rovinato per fare
               la  Cittadella.  Essendo  poi  richiamato  a  Napoli,  per  non  lasciar  le
               faccende  di  Toscana,  vi  mandò  Maglione  suo  creato,  scultore  et

               architetto,  il  quale  fece  poi  al  tempo  di  Currado  la  chiesa  di  S.
               Lorenzo di Napoli, finì parte del Piscopio, e vi fece alcune sepolture,
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