Page 1718 - Giorgio Vasari
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contornato di carbone, chi disegnato di tratti e chi sfumato e con
biacca lumeggiati, volendo egli mostrare quanto sapesse in tale
professione. Per il che gli artefici stupiti et ammirati restorono,
vedendo l'estremità dell'arte in tal carta per Michelagnolo mostrata
loro. Onde, veduto sì divine figure, dicono, alcuni che le viddero, di
man sua e d'altri ancora non essere mai più veduto cosa che della
divinità dell'arte nessuno altro ingegno possa arrivarla mai. E
certamente è da credere, perciò che da poi che fu finito e portato alla
sala del papa con gran romore dell'arte e grandissima gloria di
Michelagnolo, tutti coloro che su quel cartone studiarono e tal cosa
disegnarono, come poi si seguitò molti anni in Fiorenza per forestieri
e per terrazzani, diventarono persone in tale arte eccellenti, come
vedemo: poiché in tale cartone studiò Aristotile da S. Gallo amico
suo, Ridolfo Ghirlandaio, Raffael Sanzio da Urbino, Francesco
Granaccio, Baccio Bandinelli et Alonso Berugetta spagnuolo; seguitò
Andrea del Sarto, il Francia Bigio, Iacopo Sansovino, il Rosso,
Maturino, Lorenzetto, el Tribolo allora fanciullo, Iacopo da Puntormo e
Pierin del Vaga, i quali tutti ottimi maestri fiorentini furono; per il che
essendo questo cartone diventato uno studio d'artefici, fu condotto in
casa Medici nella sala grande di sopra, e tal cosa fu cagione che egli
troppo a securtà nelle mani degli artefici fu messo: per che nella
infermità del duca Giuliano, mentre nessuno badava a tal cosa, fu
come s'è detto altrove stracciato, et in molti pezzi diviso, tal che in
molti luoghi se n'è sparto, come ne fanno fede alcuni pezzi che si
veggono ancora in Mantova in casa di Messer Uberto Strozzi
gentiluomo mantovano, i quali con riverenza grande son tenuti. E
certo che a vedere e' son più tosto cosa divina che umana.
Era talmente la fama di Michelagnolo per la Pietà fatta, per il gigante
di Fiorenza e per il cartone nota, che essendo venuto l'anno 1503 la
morte di papa Alessandro VI e creato Giulio Secondo, che allora
Michelagnolo era di anni ventinove incirca, fu chiamato con gran suo
favore da Giulio II per fargli fare la sepoltura sua, e per suo viatico gli
fu pagato scudi cento da' suoi oratori. Dove condottosi a Roma, passò
molti mesi innanzi che gli facessi mettere mano a cosa alcuna.
Finalmente si risolvette a un disegno che aveva fatto per tal