Page 1717 - Giorgio Vasari
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pagamento. Parve strano ad Agnolo, che era assegnata persona,
spendere tanto in una pittura, se bene e' conoscesse che più valesse,
e disse al mandato che bastavano quaranta, e gliene diede; onde
Michelagnolo gli rimandò indietro, mandandogli a dire che cento
ducati o la pittura gli rimandasse indietro. Per il che Agnolo, a cui
l'opera piaceva, disse: "Io gli darò quei settanta". Et egli non fu
contento, anzi per la poca fede d'Agnolo ne volle il doppio di quel che
la prima volta ne aveva chiesto; per che se Agnolo volse la pittura, fu
forzato mandargli centoquaranta.
Avvenne che dipignendo Lionardo da Vinci pittore rarissimo nella sala
grande del Consiglio, come nella vita sua è narrato, Piero Soderini,
allora gonfaloniere, per la gran virtù che egli vidde in Michelagnolo,
gli fece allogagione d'una parte di quella sala: onde fu cagione che
egli facesse a concorrenza di Lionardo l'altra facciata, nella quale egli
prese per subietto la guerra di Pisa. Per il che Michelagnolo ebbe una
stanza nello spedale de' Tintori a Santo Onofrio, e quivi cominciò un
grandissimo cartone, né però volse mai che altri lo vedesse. E lo
empié di ignudi che bagnandosi per lo caldo nel fiume d'Arno, in
quello stante si dava a l'arme nel campo fingendo che gli inimici li
assalissero, e mentre che fuor delle acque uscivano per vestirsi i
soldati, si vedeva dalle divine mani di Michelagnolo chi affrettare lo
armarsi per dare aiuto a' compagni, altri affibbiarsi la corazza, e molti
mettersi altre armi in dosso, et infiniti combattendo a cavallo
cominciare la zuffa. Eravi fra l'altre figure un vecchio che aveva in
testa per farsi ombra una grillanda di ellera, il quale postosi a sedere
per mettersi le calze e non potevano entrargli per aver le gambe
umide dell'acqua, e sentendo il tumulto de' soldati e le grida et i
romori de' tamburini affrettando tirava per forza una calza; et oltra
che tutti i muscoli e' nervi della figura si vedevano, faceva uno
storcimento di bocca per il quale dimostrava assai quanto e' pativa e
che egli si adoperava fin alle punte de' piedi. Eranvi tamburini ancora
e figure che coi panni avvolti ignudi correvano verso la baruffa; e di
stravaganti attitudini si scorgeva chi ritto, chi ginocchioni o piegato o
sospeso a giacere, et in aria attaccati con iscorti difficili. V'erano
ancora molte figure aggruppate et in varie maniere abbozzate, chi