Page 1711 - Giorgio Vasari
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Giovannino, e poi dreto a un altro marmo si messe a fare un Cupido
               che dormiva, quanto il naturale; e finito, per mezzo di Baldassarri del
               Milanese fu mostro a Pierfrancesco per cosa bella, che giudicatolo il
               medesimo  gli  disse:  "Se  tu  lo  mettessi  sotto  terra  sono  certo  che
               passerebbe per antico, mandandolo a Roma acconcio in maniera che

               paressi vecchio, e ne caveresti molto più che a venderlo qui". Dicesi
               che  Michelagnolo  l'acconciò  di  maniera  che  pareva  antico,  né  è  da
               maravigliarsene perché aveva ingegno da far questo e meglio. Altri

               vogliono che 'l Milanese lo portassi a Roma e lo sotterrassi in una sua
               vigna,  e  poi  lo  vendessi  per  antico  al  cardinale  San  Giorgio  ducati
               dugento. Altri dicono che gliene vendé un che faceva per il Milanese,
               che  scrisse  a  Pierfrancesco  che  facessi  dare  a  Michelagnolo  scudi
               trenta,  dicendo  che  più  del  Cupido  non  aveva  avuti,  ingannando  il

               cardinale Pierfrancesco e Michelagnolo; ma inteso poi da chi aveva
               visto che 'l putto era fatto a Fiorenza, tenne modi che seppe il vero
               per  un  suo  mandato,  e  fece  sì  l'agente  del  Milanese  gl'ebbe  a

               rimettere  e  riebbe  il  Cupido,  il  quale  venuto  nelle  mani  al  duca
               Valentino  e  donato  da  lui  alla  Marchesana  di  Mantova,  che  lo
               condusse al paese dove oggi ancor si vede. Questa cosa non passò
               senza biasimo del cardinale San Giorgio, il quale non conoscendo la
               virtù dell'opera, che consiste nella perfezzione, che tanto son buone

               le moderne quanto le antiche pur che sieno eccellenti, essendo più
               vanità quella di coloro che van dietro più al nome che a' fatti; che di
               questa  sorte  d'uomini  se  n'è  trovato  d'ogni  tempo,  che  fanno  più

               conto  del  parere  che  dell'essere.  Imperò  questa  cosa  diede  tanta
               riputazione a Michelagnolo che fu subito condotto a Roma et acconcio
               col  cardinale  San  Giorgio,  dove  stette  vicino  a  un  anno,  che  come
               poco intendente di queste arti, non fece fare niente a Michelagnolo.
               In quel tempo un barbiere del cardinale stato pittore, che coloriva a

               tempera molto diligentemente, ma non aveva disegno, fattosi amico
               Michelagnolo  gli  fece  un  cartone  d'un  San  Francesco  che  riceve  le
               stimate,  che  fu  condotto  con  i  colori  dal  barbieri  in  una  tavoletta

               molto  diligentemente:  la  qual  pittura  è  oggi  locata  in  una  prima
               cappella entrando in chiesa a man manca di San Piero a Montorio.
               Conobbe  bene  poi  la  virtù  di  Michelagnolo  Messer  Iacopo  Galli,
               gentiluomo romano, persona ingegnosa, che gli fece fare un Cupido
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