Page 1707 - Giorgio Vasari
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ritrasse  di  penna  di  maniera,  che  non  era  conosciuta,  e  quella
               medesima  con  i  colori  dipinse;  dove  per  contrafare  alcune  strane
               forme  di  diavoli,  andava  a  comperare  pesci  che  avevano  scaglie
               bizzarre di colori, e quivi dimostrò in questa cosa tanto valore, che e'
               ne  acquistò  e  credito  e  nome.  Contrafece  ancora  carte  di  mano  di

               varii  maestri  vecchi  tanto  simili,  che  non  si  conoscevano,  perché
               tignendole et invecchiandole col fumo e con varie cose, in modo le
               insudiciava, che elle parevano vecchie, e paragonatole con la propria

               non si conosceva l'una dall'altra; né lo faceva per altro se non per
               avere le proprie di mano di coloro, col darli le ritratte, che egli per
               l'eccellenza  dell'arte  amirava  e  cercava  di  passargli  nel  fare,  onde
               n'acquistò grandissimo nome.

               Teneva in quel tempo il magnifico Lorenzo de' Medici nel suo giardino
               in sulla piazza di S. Marco Bertoldo scultore, non tanto per custode o

               guardiano di molte belle anticaglie, che in quello aveva ragunate e
               raccolte  con  grande  spesa,  quanto  perché  desiderando  egli
               sommamente di creare una scuola di pittori e di scultori eccellenti,
               voleva che elli avessero per guida e per capo il sopra detto Bertoldo,

               che era discepolo di Donato. Et ancora che e' fusse sì vecchio che non
               potesse  più  operare,  era  nientedimanco  maestro  molto  pratico  e
               molto  reputato,  non  solo  per  avere  diligentissimamente  rinettato  il
               getto de' pergami di Donato suo maestro, ma per molti getti ancora

               che  egli  aveva  fatti  di  bronzo  di  battaglie  e  di  alcune  altre  cose
               piccole, nel magisterio delle quali non si trovava allora in Firenze chi
               lo  avanzasse.  Dolendosi  adunque  Lorenzo,  che  amor  grandissimo
               portava  alla  pittura  et  alla  scultura,  che  ne'  suoi  tempi  non  si

               trovassero scultori celebrati e nobili, come si trovavano molti pittori di
               grandissimo  pregio  e  fama,  deliberò,  come  io  dissi,  di  fare  una
               scuola; e per questo chiese a Domenico Ghirlandai, che se in bottega
               sua  avesse  de'  suoi  giovani  che  inclinati  fussero  a  ciò,  l'inviasse  al

               giardino,  dove  egli  desiderava  di  essercitargli  e  creargli  in  una
               maniera che onorasse sé e lui e la città sua. Laonde da Domenico gli
               furono  per  ottimi  giovani  dati  fra  gli  altri  Michelagnolo  e  Francesco
               Granaccio; per il che andando eglino al giardino, vi trovarono che il

               Torrigiano, giovane de' Torrigiani, lavorava di terra certe figure tonde
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