Page 1706 - Giorgio Vasari
P. 1706
Ho fatto questa disgressione per fede della verità, e questo basti per
tutto il resto della sua vita. Ora torniamo alla storia.
Cresceva la virtù e la persona di Michelagnolo di maniera che
Domenico stupiva vedendolo fare alcune cose fuor d'ordine di
giovane, perché gli pareva che non solo vincesse gli altri discepoli,
dei quali aveva egli numero grande, ma che paragonasse molte volte
le cose fatte da lui come maestro. Avvenga che uno de' giovani che
imparava con Domenico, avendo ritratto alcune femine di penna,
vestite, dalle cose del Grillandaio, Michelagnolo prese quella carta e
con penna più grossa ridintornò una di quelle femmine di nuovi
lineamenti nella maniera che arebbe avuto a stare, perché istessi
perfettamente, che è cosa mirabile a vedere la diferenza delle due
maniere e la bontà e giudizio d'un giovanetto così animoso e fiero
che gli bastasse l'animo correggere le cose del suo maestro. Questa
carta è oggi appresso di me tenuta per reliquia, che l'ebbi dal
Granaccio per porla nel libro de' disegni con altri di suo avuti da
Michelagnolo; e l'anno 1550, che era a Roma, Giorgio la mostrò a
Michelagnolo che la riconobbe et ebbe caro rivederla, dicendo per
modestia che sapeva di questa arte più quando egl'era fanciullo, che
allora che era vecchio. Ora avvenne che lavorando Domenico la
cappella grande di Santa Maria Novella, un giorno che egli era fuori si
misse Michelagnolo a ritrarre di naturale il ponte con alcuni deschi,
con tutte le masserizie dell'arte, et alcuni di que' giovani che
lavoravano. Per il che tornato Domenico e visto il disegno di
Michelagnolo disse: "Costui ne sa più di me"; e rimase sbigottito della
nuova maniera e della nuova imitazione, che dal giudizio datogli dal
cielo aveva un simil giovane in età così tenera, che invero era tanto
quanto più desiderar si potesse nella pratica d'uno artefice che
avesse operato molti anni. E ciò era che tutto il sapere e potere della
grazia era nella natura essercitata dallo studio e dall'arte, per che in
Michelagnolo faceva ogni dì frutti più divini, come apertamente
cominciò a dimostrarsi nel ritratto che e' fece d'una carta di Martino
tedesco stampata, che gli dette nome grandissimo. Imperò che,
essendo venuta allora in Firenze una storia del detto Martino, quando
i diavoli battano Santo Antonio, stampata in rame, Michelagnolo la