Page 1705 - Giorgio Vasari
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e vedutolo molto atto al disegno, lo serviva giornalmente de' disegni
               del Grillandaio, il quale era allora reputato non solo in Fiorenza, ma
               per  tutta  Italia  de'  migliori  maestri  che  ci  fussero.  Per  lo  che
               crescendo  giornalmente  più  il  desiderio  di  fare  a  Michelagnolo,  e
               Lodovico  non  potento  diviare  che  il  giovane  al  disegno  non

               attendesse, e che non ci era rimedio, si risolvé, per cavarne qualche
               frutto  e  perché  egli  imparasse  quella  virtù,  consigliato  da  amici,  di
               acconciarlo con Domenico Grillandaio.

               Aveva  Michelagnolo,  quando  si  acconciò  all'arte  con  Domenico,
               quattordici anni, e perché chi ha scritto la vita sua dopo l'anno 1550,

               che io scrissi queste vite la prima volta, dicendo che alcuni, per non
               averlo praticato, n'han detto cose che mai non furono e lassatone di
               molte che son degne d'essere notate, e particularmente tocco questo
               passo  tassando  Domenico  d'invidiosetto,  né  che  porgessi  mai  aiuto

               alcuno a Michelagnolo, il che si vidde essere falso, potendosi vedere
               per  una  scritta  di  mano  di  Lodovico  padre  di  Michelagnolo  scritto
               sopra i libri di Domenico, il qual libro è appresso oggi agli eredi suoi
               che  dice  così:  "1488.  Ricordo  questo  dì  primo  d'aprile,  come  io

               Lodovico di Lionardo di Buonarota acconcio Michelagnolo mio figliuolo
               con Domenico e Davit di Tommaso di Currado per anni tre prossimi a
               venire con questi patti e modi: che 'l detto Michelagnolo debba stare
               con i sopra detti detto tempo a imparare a dipignere et a fare detto

               essercizio, e ciò i sopra detti gli comanderanno, e detti Domenico e
               Davit gli debbon dare in questi tre anni fiorini ventiquattro di sugello,
               el primo anno fiorini sei, el secondo anno fiorini otto, il terzo fiorini
               dieci;  in  tutta  la  somma  di  lire  novantasei".  Et  appresso  vi  è  sotto

               questo  ricordo  o  questa  partita,  scritta  pur  di  mano  di  Lodovico:
               "Hanne avuto il sopra detto Michelagnolo questo dì 16 d'aprile fiorini
               dua d'oro in oro. Ebbi io Lodovico di Lionardo, suo padre lui, contanti
               lire 12,12". Queste partite ho copiate io dal proprio libro per mostrare

               che tutto quel che si scrisse allora e che si scriverrà al presente è la
               verità, né so che nessuno l'abbi più praticato di me e che gli sia stato
               più amico e servitore fedele, come n'è testimonio fino chi nol sa; né
               credo  che  ci  sia  nessuno  che  possa  mostrare  maggior  numero  di

               lettere scritte da lui proprio, né con più affetto che egli ha fatto a me.
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