Page 1703 - Giorgio Vasari
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VITA DI MICHELAGNOLO BUONARRUOTI FIORENTINO
PITTORE, SCULTORE ET ARCHITETTO
Mentre gl'industriosi et egregii spiriti col lume del famosissimo Giotto
e de' seguaci suoi si sforzavano dar saggio al mondo del valore che la
benignità delle stelle e la proporzionata mistione degli umori aveva
dato agli ingegni loro, e desiderosi di imitare con la eccellenza
dell'arte la grandezza della natura, per venire il più che potevano a
quella somma cognizione che molti chiamano intelligenza,
universalmente, ancora che indarno, si affaticavano, il benignissimo
Rettore del cielo volse clemente gli occhi alla terra, e veduta la vana
infinità di tante fatiche, gli ardentissimi studii senza alcun frutto e la
opinione prosuntuosa degli uomini, assai più lontana dal vero che le
tenebre dalla luce, per cavarci di tanti errori si dispose mandare in
terra uno spirito, che universalmente in ciascheduna arte et in ogni
professione fusse abile, operando per sé solo a mostrare che cosa sia
la perfezzione dell'arte del disegno nel lineare, dintornare, ombrare e
lumeggiare, per dare rilievo alle cose della pittura, e con retto
giudizio operare nella scultura, e rendere le abitazioni commode e
sicure, sane, allegre, proporzionate e ricche di varii ornamenti
nell'architettura. Volle oltra ciò accompagnarlo della vera filosofia
morale, con l'ornamento della dolce poesia, acciò che il mondo lo
eleggesse et ammirasse per suo singularissimo specchio nella vita,
nell'opere, nella santità dei costumi et in tutte l'azzioni umane, e
perché da noi più tosto celeste che terrena cosa si nominasse. E
perché vide che nelle azzioni di tali esercizii et in queste arti
singularissime, cioè nella pittura, nella scultura e nell'architettura, gli
ingegni toscani sempre sono stati fra gli altri sommamente elevati e
grandi, per essere eglino molto osservanti alle fatiche et agli studii di
tutte le facultà, sopra qualsivoglia gente di Italia, volse dargli
Fiorenza, dignissima fra l'altre città, per patria, per colmare al fine la
perfezzione in lei meritamente di tutte le virtù per mezzo d'un suo
cittadino.
Nacque dunque un figliuolo sotto fatale e felice stella nel Casentino,