Page 1699 - Giorgio Vasari
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insidiatori degl'altri animali. In questa parte ho messo queste fantasie
               così  a  caso,  per  accennare  di  che  specie  invenzioni  vi  si  potessero
               fare, ma per non esser cose che abbino bisogno di essere descritte,
               lasso  che  voi  ve  l'imaginiate  a  vostro  modo,  sapendo  che  i  pittori
               sono per lor natura ricchi e graziosi in trovare di queste bizzarrie. Et

               avendo già ripiene tutte le parti dell'opera così di dentro come di fuori
               della camera, non ci occorre dirvi altro, se non che conferiate il tutto
               con  monsignor  illustrissimo  e  secondo  il  suo  gusto,  agiungendovi  o

               togliendone  quel  che  bisogna,  cerchiate  voi  dalla  parte  vostra  farvi
               onore. State sano.


               Ma  ancora  che  tutte  queste  belle  invenzioni  del  Caro  fussero

               capricciose, ingegnose e lodevoli molto, non poté nondimeno Taddeo
               mettere in opera se non quelle di che fu il luogo capace, che furono la
               maggior parte, ma quelle che egli vi fece furono da lui condotte con
               molta grazia e bellissima maniera.

               A canto a questa, nell'ultima delle dette tre camere, che è dedicata

               alla Solitudine, dipinse Taddeo, con l'aiuto de' suoi uomini, Cristo che
               predica  agl'Apostoli  nel  deserto  e  nei  boschi,  con  un  S.  Giovanni  a
               man ritta molto ben lavorato. In un'altra storia, che è dirimpetto a
               questa,  sono  dipinte  molte  figure,  che  si  stanno  nelle  selve  per

               fuggire  la  conversazione,  le  quali  alcun'altre  cercano  di  disturbare
               tirando loro sassi, mentre alcuni si cavano gl'occhi per non vedere. In
               questa  medesimamente  è  dipinto  Carlo  V  imperatore,  ritratto  di
               naturale,  con  questa  inscrizione:  POST  INNUMEROS  LABORES

               OCIOSAM  QUIETAMQUE  VITAM  TRADUXIT.  Dirimpetto  a  Carlo  è  il
               ritratto  del  Gran  Turco  ultimo,  che  molto  si  dilettò  della  solitudine,
               con  queste  parole:  ANIMUM  A  NEGOCIO  AD  OCIUM  REVOCAVIT.
               Appresso  vi  è  Aristotile,  che  ha  sotto  queste  parole:  ANIMA  FIT,

               SEDENDO ET QUIESCENDO, PRUDENTIOR. All'incontro a questo, sotto
               un'altra figura di mano di Taddeo, è scritto così: QUAE AD MODUM
               NEGOCII,  SIC  ET  OCII  RATIO  HABENDA:  sotto  un'altra  si  legge:
               OCIUM CUM DIGNITATE, NEGOCIUM SINE PERICULO, e dirimpetto a

               questa  sotto  un'altra  figura  è  questo  motto:  VIRTUTIS  ET  LIBERAE
               VITAE  MAGISTRA  OPTIMA  SOLITUDO:  sotto  un'altra:  PLUS  AGUNT
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