Page 166 - Giorgio Vasari
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Nicola, considerando la bontà di quest'opera e piacendogli
fortemente, mise tanto studio e diligenza per imitare quella maniera,
et alcune altre buone sculture che erano in quegl'altri pili antichi, che
fu giudicato, non passò molto, il miglior scultore de' tempi suoi, non
essendo stato in Toscana in que' tempi dopo Arnolfo in pregio niuno
altro scultore, che Fuccio architetto e scultore fiorentino, il quale fece
S. Maria sopra Arno in Firenze l'anno 1229 mettendovi sopra una
porta il nome suo; e nella chiesa di S. Francesco d'Ascesi di marmo la
sepoltura della regina di Cipri con molte figure, et il ritratto di lei
particolarmente a sedere sopra un leone, per dimostrare la fortezza
dell'animo di lei, la quale dopo la morte sua lasciò gran numero di
danari, perché si desse a quella fabrica fine.
Nicola, dunque, essendosi fatto conoscere per molto miglior maestro
che Fuccio non era, fu chiamato a Bologna l'anno 1225, essendo
morto S. Domenico Calagora primo istitutore dell'ordine de' frati
Predicatori, per fare di marmo la sepoltura del detto Santo; onde
convenuto con chi aveva di ciò la cura, le fece piena di figure in quel
modo ch'ella ancor oggi si vede, e la diede finita l'anno 1231 con
molta sua lode, essendo tenuta cosa singulare, e la migliore di
quante opere infino allora fussero di scultura state lavorate. Fece
similmente il modello di quella chiesa e d'una gran parte del
convento.
Dopo, ritornato Nicola in Toscana, trovò che Fuccio s'era partito di
Firenze, e andato in que' giorni, che da Onorio fu coronato Federigo
imperadore, a Roma, e di Roma con Federigo a Napoli, dove finì il
castello di Capoana, oggi detta la Vicherìa, dove sono tutti i tribunali
di quel regno, e così Castel dell'Uovo, e dove fondò similmente le
torri, fece le porte sopra il fiume del Volturno alla città di Capua, un
barco cinto di mura per l'uccellagioni presso a Gravina, et a Melfi un
altro per le cacce di verno, oltre a molte altre cose che per brevità
non si raccontano.
Nicola, intanto, trattenendosi in Firenze, andava non solo
esercitandosi nella scultura, ma nell'architettura ancora, mediante le
fabriche che s'andavano con un poco di buon disegno facendo per
tutta Italia, e particolarmente in Toscana. Onde si adoperò non poco