Page 1690 - Giorgio Vasari
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l'altezza  de'  peducci,  sfonderei  quella  di  mezzo  sotto  esso  filo,  per
               modo che ella fusse come un finestrone alto e mostrasse il di fuora
               della stanza con istorie e figure grandi a proporzione dell'altre; e le
               due estremità che restano di qua e di là come corni di essa lunetta
               (che  corni  di  qui  inanzi  si  dimandaranno),  rimanessero  basse,

               secondo che vengono dal filo in su, per fare in ciaschedun di essi una
               figura a sedere o a giacere, o dentro o di fuora della stanza, che le
               vogliate far parere, secondo che meglio ritornerà; e questo che dico

               d'una lunetta, dico di tutt'e quattro. Ripigliando poi tutta la parte di
               dentro della camera insieme, mi parrebbe che ella dovesse esser per
               se stessa tutta in oscuro, se non quanto li sfondati, così dell'ovato di
               sopra come de' finestroni dalli lati, gli dessero non so che di chiaro,
               parte dal cielo con i lumi celesti, parte dalla terra con fuochi che vi si

               faranno, come si dirà poi. E con tutto ciò dalla mezza stanza in giù
               vorrei che quanto più si andasse verso il da piè, dove sarà la Notte,
               tanto vi fusse più scuro, e così dall'altra metà in su, secondo che da

               mano  in  mano  più  si  avvicinasse  al  capo  dove  sarà  l'Aurora,  si
               andasse tutta via più illuminando. Così disposto il tutto, veniamo a
               divisar i soggetti dando a ciascheduna parte il suo.

               Nell'ovato,  che  è  nella  volta,  si  facci  a  capo  di  essa,  come  avemo
               detto,  l'Aurora.  Questa  truovo  che  si  puol  fare  in  più  modi,  ma  io
               scerrò di tutti quello che a me pare che si possi far più graziosamente

               in pittura. Facciasi dunque una fanciulla di quella bellezza che i poeti
               si ingegnano di esprimere con parole, componendola di rose, d'oro, di
               porpora,  di  rugiada,  di  simil  vaghezze,  e  questo  quanto  ai  colori  e
               carnagione.  Quanto  all'abito,  componendone  pur  di  molti  uno  che

               paia più al proposito, si ha da considerare che ella, come ha tre stati
               e tre colori distinti, così ha tre nomi: Alba, Vermiglia e Rancia; per
               questo gli farei una vesta fino alla cintura, candida, sottile e come
               trasparente;  dalla  cintura  infino  alle  ginocchia  una  sopraveste  di

               scarlatto, con certi trinci e gruppi, che imitassero quei suoi riverberi
               nelle nuvole quando è vermiglia; dalle ginocchia in giù fino a' piedi di
               color  d'oro  per  rappresentarla  quando  è  rancia,  avvertendo  che
               questa  veste  deve  esser  fessa,  cominciando  dalle  cosce  per  fargli

               mostrare le gambe ignude; e così la veste, come la sopraveste, siano
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