Page 1689 - Giorgio Vasari
P. 1689
alle figure, e' mi piacerebbe che il tempo di questa Notte fosse in su
l'alba, perché le cose che vi si rapresenteranno siano verisimilmente
visibili. E per venire ai particolari et alla disposizion d'essi, è
necessario che ci intendiamo prima del sito e del ripartimento della
camera. Diciamo adunque che ella sia, come è, divisa in volta et in
parete, o facciate che le vogliamo chiamare; la volta poi in un
sfondato di forma ovale nel mezzo et in quattro peducci grandi in su'
canti, i quali stringendosi di mano in mano e continuandosi l'uno con
l'altro lungo le facciate, abracciano il sopra detto ovato. Le parte poi
sono pur quattro e da un peduccio all'altro fanno quattro lunette; e
per dare il nome a tutte queste parti con le divisioni che faremo della
camera tutta, potremo nominare d'ogn'intorno le parti sue da ogni
banda. Dividasi dunque in cinque siti: il primo sarà da capo, e questo
presupongo che sia verso il giardino; il secondo, che sarà l'oposito a
questo, diremo da' piè; il terzo da man destra chiamaremo destro; il
quarto dalla sinistra, sinistro; il quinto, poiché sarà fra tutti questi, si
dirà mezzo. E con questi nomi nominando tutte le parti, diremo come
dir lunetta da capo, facciata da piedi, sfondato sinistro, corno destro,
e se alcun'altra parte ci converrà nominare; et ai peducci, che stanno
nei canti fra dua di questi termini, daremo nome dell'uno e dell'altro.
Così determinaremo ancora di sotto nel pavimento il sito del letto, il
quale dovrà esser secondo me lungo la facciata da' piè, con la testa
volta alla faccia sinistra. Or nominate le parti tutte, torniamo a dar
forma a tutte insieme, di poi a ciascuna da sé. Primieramente lo
sfondato della volta, o veramente l'ovato, secondo che il cardinale ha
ben considerato, si fingerà che sia tutto cielo; il resto della volta, che
saranno i quattro peducci con quel ricinto che avemo già detto che
abbraccia intorno l'ovato, si farà parer che sia la parte non rotta
dentro dalla camera e che posi sopra le facciate con qualche
bell'ordine di architettura a vostro modo. Le quattro lunette vorrei
che si fingessero sfondate ancor esse, e dove l'ovato di sopra
rappresenta cielo, queste rappresentassero cielo, terra e mare di fuor
della camera, secondo le figure e l'istorie che vi si faranno. E perché,
per esser la volta molto stiacciata, le lunette riescano tante basse
che non sono capaci se non di picciole figure, io farei di ciascuna
lunetta tre parti per longitudine, e lassando le streme a filo con