Page 1675 - Giorgio Vasari
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passare tutti, era d'animo di dargli il restante e forse gittare in terra
               quelle che fussero state fatte d'altri. Poi dunque che tutti i sopra detti
               ebbono condotte le lor opere a buon termine, le volle tutte il Papa
               vedere; e così fatto scoprire ogni cosa, conobbe (e di questo parere
               furono tutti i cardinali et i migliori artefici) che Taddeo s'era portato

               meglio degl'altri, come che tutti si fossero portati ragionevolmente;
               per il che ordinò Sua Santità al signor Agabrio, che gli facesse dare
               dal  cardinal  Emulio  a  far  un'altra  storia  delle  maggiori.  Onde  gli  fu

               allogata la testa, dove è la porta della capella Paulina, nella quale
               diede principio all'opera, ma non seguitò più oltre, sopravenendo la
               morte del Papa e scoprendosi ogni cosa per fare il conclave, ancor
               che molte di quelle storie non avessero avuto il suo fine. Della quale
               storia, che in detto luogo cominciò Taddeo, ne abbiamo il disegno di

               sua mano, e da lui statoci mandato, nel detto nostro libro de' disegni.

               Fece nel medesimo tempo Taddeo, oltre ad alcune altre cosette, un
               bellissimo  Cristo  in  un  quadro,  che  doveva  essere  mandato  a
               Caprarola al cardinal Farnese, il quale è oggi appresso Federigo suo
               fratello, che dice volerlo per sé mentre che vive. La qual pittura ha il

               lume d'alcuni Angeli, che piangendo tengono alcune torce. Ma perché
               dell'opere  che  Taddeo  fece  a  Caprarola  si  parlerà  a  lungo  poco
               appresso nel discorso del Vignuola, che fece quella fabrica, per ora
               non ne dirò altro.

               Federigo intanto, essendo chiamato a Vinezia, convenne col patriarca
               Grimani  di  finirgli  la  capella  di  San  Francesco  della  Vigna  rimasa

               imperfetta, come s'è detto, per la morte di Battista Franco viniziano.
               Ma inanzi che cominciasse detta capella adornò al detto patriarca le
               scale del suo palazzo di Venezia di figurette poste con molta grazia

               dentro  a  certi  ornamenti  di  stucco,  e  dopo  condusse  a  fresco  nella
               detta capella le due storie di Lazzero e la conversione di Madalena.
               Di  che  n'è  il  disegno  di  mano  di  Federigo  nel  detto  nostro  libro.
               Appresso nella tavola della medesima capella fece Federigo la storia
               de'  Magi  a  olio;  dopo  fece  fra  Ghioggia  e  Monselice,  alla  villa  di

               Messer  Gioambatista  Pellegrini,  dove  hanno  lavorato  molte  cose
               Andrea Schiavone e Lamberto e Gualtieri fiaminghi, alcune pitture in
               una loggia, che sono molto lodate.
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