Page 1667 - Giorgio Vasari
P. 1667

in una loggia scoperta, dietro quelle che voltavano verso Roma, fece
               nella facciata di chiaro scuro e grandi quanto il vivo tutte le fatiche di
               Ercole, che furono al tempo di papa Pavolo Quarto rovinate, per farvi
               altre  stanze  e  murarvi  una  capella.  Alla  vigna  di  papa  Giulio,  nelle
               prime camere del palazzo, fece di colori nel mezzo della volta alcune

               storie, e particularmente il monte Parnaso, e nel cortile del medesimo
               fece due storie di chiaro scuro de' fatti delle Sabine, che mettono in
               mezzo la porta di mischio principale, che entra nella loggia, dove si

               scende alla fonte de l'acqua vergine, le quali opere furono lodate e
               commendate molto. E perché Federigo, mentre Taddeo era a Roma
               col Duca, era tornato a Urbino e quivi et a Pesaro statosi poi sempre,
               lo fece Taddeo dopo le dette opere tornare a Roma per servirsene in
               fare un fregio grande in una sala et altri in altre stanze della casa di

               Giambecari sopra la piazza di Sant'Apostolo, et in altri fregi che fece
               dalla guglia di San Mauro nelle case di Messer Antonio Portatore, tutti
               pieni di figure, et altre cose, che furono tenute bellissime.

               Avendo  compro  Mattiuolo,  maestro  delle  poste  al  tempo  di  papa
               Giulio, un sito in campo Marzio e murato un casotto molto commodo,

               diede a dipignere a Taddeo la facciata di chiaro scuro, il qual Taddeo
               vi fece tre storie di Mercurio messaggero degli dii, che furono molto
               belle, et il restante fece dipignere ad altri con disegni di sua mano.
               Intanto, avendo Messer Iacopo Mattei fatta murare nella chiesa della

               Consolazione sotto il Campidoglio una capella, la diede, sapendo già
               quanto  valesse,  a  dipignere  a  Taddeo,  il  quale  la  prese  a  fare
               volentieri e per piccol prezzo per mostrare ad alcuni, che andavano
               dicendo che non sapeva se non fare facciate et altri lavori di chiaro

               scuro, che sapeva anco fare di colori. A quest'opera dunque avendo
               Taddeo  messo  mano,  non  vi  lavorava  se  non  quando  si  sentiva  in
               capriccio e vena di far bene, spendendo l'altro tempo in opere che
               non gli premevano quanto questa per conto dell'onore, e così con suo

               commodo  la  condusse  in  quattro  anni.  Nella  volta  fece  a  fresco
               quattro  storie  della  Passione  di  Cristo  di  non  molta  grandezza  con
               bellissimi capricci e tanto bene condotte, per invenzione, disegno e
               colorito,  che  vinse  se  stesso;  le  quali  storie  sono  la  cena  con

               gl'Apostoli, la lavazione d'i piedi, l'orare nell'orto e quando è preso e
   1662   1663   1664   1665   1666   1667   1668   1669   1670   1671   1672