Page 1663 - Giorgio Vasari
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donna, non pure lo facevano macinare colori giorni e notte, ma lo
facevano non ch'altro patire del pane; del quale acciò non potesse
anco avere a bastanza, né a sua posta, lo tenevano in un paniere
appiccato al palco con certi campanelli, che ogni poco che il paniere
fosse tocco, sonavano e facevano la spia. Ma questo arebbe dato
poca noia a Taddeo, se avesse avuto commodo di potere disegnare
alcune carte, che quel suo maestraccio aveva di mano di Raffaello da
Urbino.
Per queste e molt'altre stranezze, partitosi Taddeo da Giovampiero, si
risolvette a stare da per sé et andarsi riparando per le botteghe di
Roma, dove già era conosciuto, una parte della settimana spendendo
in lavorare a opere per vivere, et un'altra in disegnando e
particularmente l'opere di mano di Raffaello, che erano in casa
d'Agostino Chigi et in altri luoghi di Roma. E perché molte volte,
sopragiugnendo la sera, non aveva dove in altra parte ritirarsi, si
riparò molte notti sotto le logge del detto Chigi et in altri luoghi
simili, i quali disagi gli guastorno in parte la complessione, e se non
l'avesse la giovinezza aiutato, l'arebbono ucciso del tutto. Con tutto
ciò amalandosi e non essendo da Francesco Sant'Agnolo suo parente
più aiutato di quello che fosse stato altra volta, se ne tornò a
Sant'Agnolo a casa il padre, per non finire la vita in tanta miseria
quanta quella era in che si trovava. Ma per non perdere oggimai più
tempo in cose che non importano più che tanto, e bastando avere
mostrato con quanta difficultà e disagi acquistasse, dico che Taddeo
finalmente guarito e tornato a Roma, si rimesse a' suoi soliti studii
(ma con aversi più cura, che per l'adietro fatto non aveva), e sotto un
Iacopone imparò tanto, che venne in qualche credito, onde il detto
Francesco suo parente, che così empiamente si era portato verso lui,
veggendolo fatto valent'uomo, per servirsi di lui si rapatumò seco e
cominciarono a lavorare insieme, essendosi Taddeo, che era di buona
natura, tutte l'ingiurie dimenticato. E così facendo Taddeo i disegni et
ambidui lavorando molti fregi di camere e logge a fresco, si andavano
giovando l'uno all'altro. Intanto Daniello da Parma pittore, il quale già
stette molti anni con Antonio da Coreggio, et avea avuto pratica con
Francesco Mazzuoli parmigiano, avendo preso a fare a Vitto di là di