Page 1665 - Giorgio Vasari
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la nona: M[ARC...] F[URI...] C[AMILL...] ... [M]ANLIUS DICT[ATOR]
DECEM ... SOS ... CIOS CAPIT.
Dal detto tempo insino all'anno 1550, che fu creato papa Giulio Terzo,
si andò trattenendo Taddeo in opera di non molta importanza, ma
però con ragionevole guadagno; il quale anno 1550, essendo il
Giubileo, Ottaviano padre di Taddeo, la madre et un altro loro
figliuolo andorno a Roma a pigliare il santissimo Giubileo et in parte
vedere il figliolo. Là dove stati che furno alcune settimane con
Taddeo, nel partirsi gli lasciarono il detto putto che avevano menato
con esso loro, chiamato Federigo, acciò lo facesse attendere alle
lettere: ma giudicandolo Taddeo più atto alla pittura, come si è
veduto essere poi stato vero, ne l'eccellente riuscita che esso
Federigo ha fatto, lo cominciò, imparato che ebbe le prime lettere, a
fare attendere al disegno con miglior fortuna et appoggio che non
aveva avuto egli. Fece intanto Taddeo nella chiesa di Santo Ambrogio
de' Milanesi, nella facciata de l'altare maggiore, quattro storie de'
fatti di quel Santo, non molto grandi e colorite a fresco, con un fregio
di puttini e femine a uso di termini, che fu assai bell'opera, e, questa
finita, allato a Santa Lucia della Tinta, vicino all'Orso, fece una
facciata piena di storie di Alessandro Magno, cominciando dal suo
nascimento e seguitando in cinque storie i fatti più notabili di
quell'uomo famoso, che gli fu molto lodata, ancor che questa avesse
il paragone a canto d'un'altra facciata di mano di Pulidoro.
In questo tempo, avendo Guido Baldo duca d'Urbino udita la fama di
questo giovane suo vasallo e desiderando dar fine alle facciate della
capella del Duomo d'Urbino, dove Batista Franco, come s'è detto,
aveva a fresco dipinta la volta, fece chiamare Taddeo a Urbino; il
quale, lasciando in Roma chi avesse cura di Federigo e lo facesse
attendere a imparare, e parimente d'un altro suo fratello, il quale
pose con alcuni amici suoi all'orefice, se n'andò ad Urbino, dove gli
furono da quel Duca fatte molte carezze e poi datogli ordine di
quanto avesse a disegnare per conto della capella et altre cose. Ma in
quel mentre, avendo quel Duca come generale de' signori viniziani a
ire a Verona et a vedere l'altre fortificazioni di quel dominio, menò
seco Taddeo, il quale gli ritrasse il quadro di mano di Raffaello, che è,