Page 1655 - Giorgio Vasari
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principale  la  medesima  Vergine  che  sopra  molti  bellissimi  Angeli  in
               forma di putti saglie in cielo et i dodici Apostoli a basso che stanno a
               vederla salire. E perché il luogo non era capace di tante figure et egli
               desiderava di fare in ciò nuova invenzione, finse che l'altare di quella
               capella  fusse  il  sepolcro  et  intorno  misse  gl'Apostoli,  facendo  loro

               posare i piedi in sul piano della capella dove comincia l'altare, il quale
               modo di fare ad alcuni è piaciuto et ad altri, che sono la maggior e
               miglior  parte,  non  punto.  Ma  con  tutto  che  penasse  Daniello

               quatordeci  anni  a  condurre  quest'opera,  non  è  però  punto  migliore
               della  prima.  Nell'altra  facciata  che  restò  a  finirsi  di  questa  capella,
               nella quale andava l'uccisione de' fanciulli innocenti, fece lavorare il
               tutto,  avendone  fatto  i  cartoni,  a  Michele  Alberti  fiorentino,  suo
               creato.

               Avendo  monsignor  Messer  Giovanni  della  Casa  fiorentino  et  uomo

               dottissimo  (come  le  sue  leggiadrissime  e  dotte  opere,  così  latine
               come volgari, ne dimostrano) cominciato a scrivere un trattato delle
               cose  di  pittura,  e  volendo  chiarirsi  d'alcune  minuzie  e  particolari
               dagl'uomini  della  professione,  fece  fare  a  Daniello  con  tutta  quella

               diligenza che fu possibile il modello d'un Davit di terra finito, e dopo
               gli fece dipignere, o vero ritrarre, in un quadro il medesimo Davit che
               è bellissimo, da tutte due le bande, cioè il dinanzi et il di dietro, che
               fu cosa capricciosa, il quale quadro è oggi appresso Messer Annibale

               Rucellai. Al medesimo Messer Giovanni fece un Cristo morto con le
               Marie, et in una tela per mandare in Francia Enea che spogliandosi
               per andare a dormire con Dido è sopragiunto da Mercurio, che mostra
               di  parlargli  nella  maniera  che  si  legge  ne'  versi  di  Vergilio.  Al

               medesimo  fece  in  un  altro  quadro,  pure  a  olio,  un  bellissimo  San
               Giovanni in penitenza grande quanto il naturale che da quel signore,
               mentre visse, fu tenuto carissimo, e parimente un San Girolamo bello
               a  maraviglia.  Morto  papa  Giulio  Terzo  e  creato  sommo  pontefice

               Paulo Quarto, il cardinale di Carpi cercò che fusse da Sua Santità data
               a finire a Daniello la detta sala dei re, ma non si dilettando quel papa
               di pitture, rispose essere molto meglio fortificare Roma che spendere
               in dipignere, e così avendo fatto mettere mano al portone di Castello,

               secondo il disegno di Salustio, figliuolo di Baldassarre Peruzzi sanese,
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