Page 1640 - Giorgio Vasari
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che  fattala  venire,  veduta  che  Sua  Santità  l'ebbe  a  mal  lume,  si
               contentò che ella gli fusse renduta. Dopo rapiccatosi il ragionamento
               della  sala,  disse  Giorgio  al  Papa  liberamente  che  Francesco  era  il
               primo  e  miglior  pittore  di  Roma,  e  che  non  potendo  niuno  meglio
               servirlo di lui, era da farne capitale. E che se bene il Buonarroto et il

               cardinale di Carpi favorivano Daniello, lo facevano più per interesse
               dell'amicizia, e forse come appassionati, che per altro. Ma per tornare
               alla  tavola,  non  fu  sì  tosto  partito  Giorgio  dal  Papa,  che  l'ebbe

               mandata  a  casa  di  Francesco,  il  quale  poi  di  Roma  gliela  fece
               condurre in Arezzo, dove come in altro luogo abbiam detto, è stata
               dal  Vasari  con  ricca  et  onorata  spesa  nella  Pieve  di  quella  città
               collocata. Stando le cose della sala de' re nel modo che si è detto di
               sopra,  nel  partire  il  duca  Cosimo  da  Siena  per  andar  a  Roma,  il

               Vasari,  che  era  andato  insin  lì  con  sua  eccellenza,  gli  raccomandò
               caldamente il Salviati, acciò gli facesse favore appresso al Papa, et a
               Francesco scrisse quanto aveva da fare, giunto che fusse il Duca in

               Roma.  Nel  che  non  uscì  punto  Francesco  del  consiglio  datogli  da
               Giorgio,  per  che  andando  a  far  reverenza  al  Duca,  fu  veduto  con
               bonissima cera da sua eccellenza, e poco appresso fatto tale ufficio
               per lui appresso Sua Santità, che gli fu allogata mezza la detta sala,
               alla  quale  opera  mettendo  mano,  prima  che  altro  facesse,  gettò  a

               terra una storia stata cominciata da Daniello, onde furono poi fra loro
               molte contese.

               Serviva come s'è già detto questo Pontefice nelle cose d'architettura
               Pirro Logorio, il quale aveva molto da principio favorito Francesco, et
               arebbe  seguitato;  ma  colui  non  tenendo  più  conto  né  di  Pirro,  né

               d'altri, poi che ebbe cominciato a lavorare, fu cagione che d'amico gli
               divenne in un certo modo avversario, e se ne videro manifestissimi
               segni; perciò che Pirro cominciò a dire al Papa, che essendo in Roma
               molti  giovani  pittori  e  valentuomini,  che  a  voler  cavare  le  mani  di

               quella sala sarebbe stato ben fatto allogar loro una storia per uno e
               vederne una volta il fine. I quali modi di Pirro, a cui si vedeva che il
               Papa in ciò acconsentiva, dispiacquero tanto a Francesco, che tutto
               sdegnato si tolse giù dal lavoro e dalle contenzioni, parendogli che

               poca  stima  fusse  fatta  di  lui.  E  così  montato  a  cavallo,  senza  far
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