Page 1644 - Giorgio Vasari
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essere offeso dalla malinconia) trovarsi con gl'amici e far forza di star
allegro. Ma finalmente quella sua sì fatta natura irresoluta,
sospettosa e soletaria non fece danno se non a lui. Fu suo
grandissimo amico Manno fiorentino orefice in Roma, uomo raro nel
suo esercizio et ottimo per costumi e bontà, e perché egli è carico di
famiglia, se Francesco avesse potuto disporre del suo e non avesse
spese tutte le sue fatiche in ufficii per lasciargli al Papa, ne arebbe
fatto gran parte a questo uomo da bene et artefice eccellente. Fu
parimente suo amicissimo il sopradetto Aveduto dell'Aveduto Vaiaio,
il quale fu a Francesco il più amorevole et il più fedele di quanti altri
amici avesse mai; e se fusse costui stato in Roma quando Francesco
morì, si sarebbe forse in alcune cose con migliore consiglio governato
che non fece. Fu suo creato ancora Roviale spagnuolo, che fece molte
opere seco, e da sé nella chiesa di Santo Spirito di Roma una tavola,
dentrovi la conversione di San Paolo. Volle anco gran bene il Salviati
a Francesco di Girolamo dal Prato, in compagnia del quale, come si è
detto di sopra, essendo anco fanciullo, attese al disegno. Il quale
Francesco fu di bellissimo ingegno e disegnò meglio che altro orefice
de' suoi tempi, e non fu inferiore a Girolamo suo padre, il quale di
piastra d'argento lavorò meglio qualunche cosa, che altro qual si
volesse suo pari. E secondo che dicono, veniva a costui fatto
agevolmente ogni cosa, perciò che battuta la piastra d'argento con
alcuni stozzi e quella messo sopra un pezzo d'asse e sotto cera, sego
e pece, faceva una materia fra il duro et il tenero, la quale spignendo
con ferri in dentro et in fuori, gli faceva riuscire quello che voleva:
teste, petti, braccia, gambe, schiene e qualunche altra cosa voleva o
gli era addimandata da chi faceva far voti, per appendergli a quelle
sante imagini che in alcun luogo, dove avessero avuto grazie o
fussero stati esauditi, si ritrovavano. Questo Francesco dunque, non
attendendo solamente a fare boti, come faceva il padre, lavorò anco
di tausia et a commettere nell'acciaio oro et argento alla damaschina,
facendo fogliami, lavori, figure e qualunche altra cosa voleva. Della
qual sorte di lavoro fece un'armadura intera e bellissima da fonte a
piè al duca Alessandro de' Medici, e fra molte altre medaglie che fece
il medesimo, quelle furono di sua mano e molto belle che con la testa