Page 1638 - Giorgio Vasari
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quello che si dice per un uomo così fatto. Conciò fusse che non
vedesse cosa né del Rosso, né d'altri maestri, la quale egli alla
scoperta o così destramente non biasimasse. Per che aspettando
ognuno da lui qualche gran cosa, fu dal cardinale di Loreno, che là
l'aveva condotto, messo a fare alcune pitture in un suo palazzo a
Dampiera, per che avendo fatto molti disegni, mise finalmente mano
all'opra facendo alcuni quadri di storie a fresco sopra cornicioni di
camini et uno studiolo pieno di storie, che dicono che fu di gran
fattura. Ma che che se ne fusse cagione, non gli furono cotali opere
molto lodate. Oltre di questo non vi fu mai Francesco molto amato,
per esser di natura tutto contraria a quella degli uomini di quel
paese, essendo che, quanto vi sono avuti cari et amati gli uomini
allegri, gioviali, che vivono alla libera e si trovano volentieri in brigata
et a far banchetti, tanto vi sono, non dico fuggiti, ma meno amati e
carezzati coloro che sono come Francesco era, di natura malinconico,
sobrio, malsano e stitico. Ma d'alcune cose arebbe meritato scusa,
però che se la sua complessione non comportava che s'avilupasse ne'
pasti e nel mangiar troppo e bere, arebbe potuto essere più dolce nel
conversare. E, che è peggio, dove suo debito era, secondo l'uso del
paese e di quelle corti, farsi vedere e corteggiare, egli arebbe voluto,
e parevagli meritarlo, essere da tutto il mondo corteggiato. In ultimo,
essendo quel re occupato in alcune guerre e parimente il Cardinale, e
mancando le provisioni e promesse, si risolvé Francesco, dopo essere
stato là venti mesi, a ritornarsene in Italia. E così condottosi a Milano
(dove dal cavalier Lione Aretino fu cortesemente ricevuto in una sua
casa, la quale si ha fabricata ornatissima e tutta piena di statue
antiche e moderne e di figure di gesso, formate da cose rare come in
altro luogo si dirà) dimorato che quivi fu quindici giorni e riposatosi,
se ne venne a Fiorenza, dove avendo trovato Giorgio Vasari e dettogli
quanto aveva ben fatto a non andare in Francia, gli contò cose da
farne fuggire la voglia a chiunque d'andarvi l'avesse maggiore. Da
Firenze tornatosene Francesco a Roma, mosse un piato a'
mallevadori, che erano entrati per le sue provisioni del cardinale di
Loreno, e gli strinse a pagargli ogni cosa, e riscosso i danari comperò,
oltre ad altri che vi avea prima, alcuni uffizii, con animo risoluto di
voler badare a vivere, conoscendosi malsano et avere in tutto guasta