Page 1639 - Giorgio Vasari
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la complessione. Ma ciò nonostante, avrebbe voluto essere impiegato
               in opere grandi, ma non gli venendo fatto così presto, si trattenne un
               pezzo in facendo quadri o ritratti.

               Morto papa Paulo Quarto, essendo creato Pio similmente Quarto, che
               dilettandosi  assai  di  fabricare  si  serviva  nelle  cose  d'architettura  di
               Pirro Ligorio, ordinò Sua Santità che il cardinale Alessandro Farnese e

               l'Emulio facessono finire la sala grande, detta dei re, a Daniello da
               Volterra,  che  l'aveva  già  cominciata.  Fece  ogni  opera  il  detto
               reverendissimo Farnese perché Francesco n'avesse la metà; nel che
               fare  essendo  lungo  combattimento  fra  Daniello  e  Francesco  e

               massimamente  adoperandosi  Michel  Agnolo  Buonarroti  in  favore  di
               Daniello,  non  se  ne  venne  per  un  pezzo  a  fine.  Intanto  essendo
               andato il Vasari con Giovanni cardinale de' Medici, figliuolo del duca
               Cosimo, a Roma, nel raccontargli Francesco molte sue disaventure e

               quelle  particolarmente  nelle  quali,  per  le  cagioni  dette  pur  ora,  si
               ritrovava, gli mostrò Giorgio, che molto amava la virtù di quell'uomo,
               che egli si era insino allora assai male governato e che lasciasse per
               l'avenire fare a lui, perciò che farebbe in guisa, che per ogni modo gli

               toccarebbe a fare la metà della detta sala de' re, la quale non poteva
               Daniello  fare  da  per  sé,  essendo  uomo  lungo  et  irresoluto,  e  non
               forse  così  gran  valentuomo  et  universale  come  Francesco.  Così
               dunque stando le cose, e per allora non si facendo altro, fu ricerco

               Giorgio non molti giorni dopo dal Papa di fare una parte di detta sala;
               ma avendo egli risposto che nel palazzo del duca Cosimo suo signore
               aveva a farne una tre volte maggiore di quella, et oltra ciò che era sì
               male  stato  trattato  da  papa  Giulio  Terzo,  per  lo  quale  aveva  fatto

               molte fatiche alla vigna al monte et altrove, che non sapeva più che
               si  sperare  da  certi  uomini,  aggiugnendo  che  (avendo  egli  fatta  al
               medesimo senza esserne stato pagato una tavola in palazzo, dentrovi
               Cristo che nel mare di Tiberiade chiama dalle reti Pietro et Andrea, la

               quale gl'era stata levata da papa Paulo Quarto da una capella, che
               aveva  fatta  Giulio  sopra  il  corridore  di  Belvedere,  e  doveva  essere
               mandata a Milano) Sua Santità volesse fargliela o rendere o pagare.
               Alle quali cose rispondendo il Papa disse (o vero, o non vero che così

               fusse) non sapere alcuna cosa di detta tavola, e volerla vedere; per
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