Page 1627 - Giorgio Vasari
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patriarca  Grimani  e  da  Messer  Vettor  suo  fratello,  che  gli  fecero
               infinite  carezze.  Al  quale  patriarca,  dopo  pochi  giorni  fece  a  olio  in
               uno  ottangolo  di  quattro  braccia  una  bellissima  Psiche  alla  quale,
               come a dea, per le sue bellezze sono offerti incensi e voti; il quale
               ottangolo fu posto in un salotto della casa di quel signore, dove è un

               palco nel cui mezzo girano alcuni festoni fatti da Camillo Mantovano,
               pittore  in  fare  paesi,  fiori,  frondi,  frutti,  et  altre  sì  fatte  cose
               eccellente; fu posto dico il detto ottangolo in mezzo di quattro quadri

               di braccia due e mezzo l'uno, fatti di storie della medesima Psiche,
               come  si  disse  nella  vita  del  Genga,  da  Francesco  da  Furlì.  Il  quale
               ottangolo è non solo più bello senza comparazione di detti quattro
               quadri, ma la più bell'opera di pittura che sia in tutta Vinezia. Dopo
               fece in una camera, dove Giovanni Ricamatore da Udine aveva fatto

               molte cose di stucchi, alcune figurette a fresco ignude e vestite, che
               sono molto graziose; parimente in una tavola che fece alle monache
               del Corpus Domini in Vinezia, dipinse con molta diligenza un Cristo

               morto  con  le  Marie  et  un  Angelo  in  aria  che  ha  i  misterii  della
               Passione in mano.

               Fece il ritratto di Messer Pietro Aretino, che come cosa rara fu da quel
               poeta mandato al re Francesco con alcuni versi in lode di chi l'aveva
               dipinto.  Alle  monache  di  Santa  Cristina  di  Bologna  dell'Ordine  di
               Camaldoli  dipinse  il  medesimo  Salviati,  pregato  da  don

               Giovanfrancesco  da  Bagno  loro  confessore,  una  tavola  con  molte
               figure, che è nella chiesa di quel monasterio, veramente bellissima.
               Essendo poi venuto a fastidio il vivere di Vinezia a Francesco, come a
               colui che si ricordava di quel di Roma, e parendogli che quella stanza

               non fusse per gl'uomini del disegno se ne partì per tornare a Roma. E
               dato una giravolta da Verona e da Mantova, veggendo in una quelle
               molte antichità che vi sono e nell'altra l'opere di Giulio Romano, per
               la via di Romagna se ne tornò a Roma e vi giunse l'anno 1541. Quivi

               posatosi alquanto, le prime opere che fece furono il ritratto di Messer
               Giovanni Gaddi e quello di Messer Anniballe Caro suoi amicissimi, e
               quelli finiti fece per la cappella de' cherici di camera nel palazzo del
               papa una molto bella tavola, e nella chiesa de' tedeschi cominciò una

               cappella  a  fresco  per  un  mercatante  di  quella  nazione,  facendo  di
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