Page 1622 - Giorgio Vasari
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Donna, che fu tenuto bello, et in una tela un signor franzese che
corre cacciando dietro a una cervia, il quale fuggendo, si salva nel
tempio di Diana; della quale opera tengo io il disegno di sua mano,
per memoria di lui, nel nostro libro. Finita questa tela, il Cardinale
fece ritrarre in un quadro bellissimo di Nostra Donna una sua nipote
maritata al signor Cagnino Gonzaga et esso signore parimente. Ora
standosi Francesco in Roma e non avendo maggior disiderio che di
vedere in quella città l'amico suo Giorgio Vasari, ebbe in ciò la fortuna
favorevole ai suo' disideri, ma molto più esso Vasari. Perciò che,
essendosi partito tutto sdegnato il cardinale Ipolito da papa
Clemente, per le cagioni che allora si dissero, e ritornandosene indi a
non molto a Roma accompagnato da Baccio Valori, nel passare per
Arezzo trovò Giorgio che era rimaso senza padre e si andava
trattenendo il meglio che poteva. Per che disiderando che facesse
qualche frutto nell'arte e di volerlo appresso di sé, ordinò a Tommaso
de' Nerli, che quivi era commessario, che glielo mandasse a Roma
subito che avesse finita una cappella, che faceva a fresco ai monaci
di S. Bernardo dell'Ordine di Monte Oliveto in quella città. La qual
commessione essequì il Nerli subitamente; onde arrivato Giorgio in
Roma andò subito a trovare Francesco, il quale tutto lieto gli raccontò
in quanta grazia fusse del Cardinale suo signore, e che era in luogo
dove potea cavarsi la voglia di studiare, aggiugnendo: "Non solo mi
godo di presente, ma spero ancor meglio. Perciò che, oltre al veder te
in Roma, col quale potrò come giovane amicissimo considerare e
conferire le cose dell'arte, sto con speranza d'andare a servire il
cardinale Ipolito de' Medici, dalla cui liberalità e pel favore del Papa
potrò maggiori cose sperare, che quelle che ho al presente, e per
certo mi verrà fatto, se un giovane che aspetta di fuori non viene".
Giorgio, se bene sapeva che il giovane il quale s'aspettava era egli e
che il luogo si serbava per lui, non però volle scoprirsi, per un certo
dubbio cadutogli in animo: non forse il Cardinale avesse altri per le
mani, e per non dir cosa che poi fusse riuscita altrimenti. Aveva
Giorgio portato una lettera del detto commessario Nerli al Cardinale,
la quale in cinque dì ch'era stato in Roma non aveva anco presentata.
Finalmente andati Giorgio e Francesco a palazzo, trovarono, dove è