Page 1626 - Giorgio Vasari
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molte altre cose e disegni e colorì un Fetonte con i cavalli del sole,

               che  aveva  disegnato  Michelagnolo.  Le  quali  tutte  cose  mostrò  il
               Salviati a Giorgio, che dopo la morte del duca Alessandro era andato
               a Roma per due mesi, dicendogli che finito che avesse un quadro d'un
               San Giovanni giovinetto, che faceva al cardinale Salviati suo signore,

               et una Passione di Cristo in tele, che s'aveva a mandare in Ispagna,
               et  un  quadro  di  Nostra  Donna,  che  faceva  a  Raffaello  Acciaiuoli,
               voleva  dare  di  volta  a  Fiorenza  a  rivedere  la  patria,  i  parenti  e

               gl'amici, essendo anco vivo il padre e la madre, ai quali fu sempre di
               grandissimo aiuto e massimamente in allogare due sue sorelle, una
               delle  quali  fu  maritata  e  l'altra  è  monaca  nel  monasterio  di  Monte
               Domini. Venendo dunque a Firenze, dove fu con molta festa ricevuto
               dai parenti e dagl'amici, s'abbatté a punto a esservi quando si faceva

               l'apparato  per  le  nozze  del  duca  Cosimo  e  della  signora  donna
               Leonora  di  Tolledo.  Per  che,  essendogli  data  a  fare  una  delle  già
               dette storie che si feciono nel cortile, l'accettò molto volentieri: che fu

               quella  dove  l'Imperatore  mette  la  corona  ducale  in  capo  al  duca
               Cosimo.  Ma  venendo  voglia  a  Francesco,  prima  che  l'avesse  finita,
               d'andare  a  Vinezia,  la  lasciò  a  Carlo  Portegli  da  Loro,  che  la  finì
               secondo il disegno di Francesco; il quale disegno, con molti altri del
               medesimo, è nel nostro libro.

               Partito Francesco di Firenze e condottosi a Bologna vi trovò Giorgio

               Vasari, che di due giorni era tornato da Camaldoli, dove aveva finito
               le due tavole che sono nel tramezzo della chiesa e cominciata quella
               dell'altare  maggiore,  e  dava  ordine  di  fare  tre  tavole  grandi  per  lo
               refettorio  de'  padri  di  San  Michele  in  Bosco,  dove  tenne  seco

               Francesco due giorni. Nel qual tempo fecero opera alcuni amici suoi
               che gli fusse allogata una tavola, che avevano da far fare gl'uomini
               dello spedale della Morte, ma con tutto che il Salviati ne facesse un
               bellissimo disegno, quegl'uomini, come poco intendenti, non seppono

               conoscere l'occasione che loro aveva mandata Messer Domenedio di
               potere avere un'opera di mano d'un valentuomo in Bologna. Per che,
               partendosi  Francesco  quasi  sdegnato,  lasciò  in  mano  di  Girolamo
               Fagiuoli alcuni disegni molto begli perché gl'intagliasse in rame e gli

               facesse stampare. E giunto in Vinezia, fu raccolto cortesemente dal
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