Page 1609 - Giorgio Vasari
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fonte che converte Ateon in cervio, con altre simili. Negl'otto angoli
che dividono i risalti delle scale della fonte che saglie due gradi
andando ai pili et ai fiumi e quattro alle sponde angolari sono otto
mostri marini in diverse forme a giacere sopra certi dadi, con le
zampe dinanzi che posano sopra alcune maschere, le quali gettano
acqua in certi vasi. I fiumi che sono in sulla sponda et i quali posano
di dentro sopra un dado tanto alto, che pare che seggano nell'acqua,
sono il Nilo con sette putti, il Tevere circondato da una infinità di
palme e trofei, l'Ibero con molte vittorie di Carlo Quinto et il fiume
Cumano vicino a Messina, dal quale si prendono l'acque di questa
fonte, con alcune storie e ninfe fatte con belle considerazioni. Et
insino a questo piano di dieci palmi sono sedici getti d'acqua
grossissimi: otto ne fanno le maschere dette, quattro i fiumi e quattro
alcuni pesci alti sette palmi, i quali stando nel vaso ritti e con la testa
fuora gettano acqua dalla parte della maggior faccia. Nel mezzo
dell'otto facce, sopra un dado alto quattro palmi, sono sopra ogni
canto una serena con l'ale e senza braccia, e sopra queste, le quali si
annodano nel mezzo, sono quattro tritoni alti otto palmi, i quali
anch'essi con le code annodate e con le braccia reggono una gran
tazza, nella quale gettano acqua quattro maschere intagliate
superbamente; di mezzo alla quale tazza surgendo un piede tondo
sostiene due maschere bruttissime, fatte per Scilla e Cariddi, le quali
sono conculcate da tre ninfe ignude grandi sei palmi l'una, sopra le
quali è posta l'ultima tazza, che da loro è con le braccia sostenuta.
Nella quale tazza, facendo basamento quattro delfini col capo basso e
con le code alte, reggono una palla, di mezzo alla quale per quattro
teste esce acqua che va in alto e così dai delfini sopra i quali sono a
cavallo quattro putti nudi. Finalmente nell'ultima cima è una figura
armata rappresentante Orione, stella celeste, che ha nello scudo
l'arme della città di Messina, della quale si dice, o più tosto si
favoleggia essere stata edificatrice.
Così fatta dunque è la detta fonte di Messina, ancor che non si possa
così ben con le parole come si farebbe col disegno dimostrarla. E
perché ella piacque molto a' messinesi, gliene feciono fare un'altra in
sulla marina dove è la dogana, la quale riuscì anch'essa bella e