Page 1613 - Giorgio Vasari
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del frate e pregando che volesse servirsene; a che, avendo risposto il
               Duca benignamente e che si servirebbe del frate tornato che fusse da
               Bologna, maestro Zaccaria gli scrisse del tutto, mandatogli appresso
               una lettera del cardinale Giovanni de' Medici, nella quale il confortava
               quel signore a tornare a fare nella patria qualche opera segnalata di

               sua mano. Le quali lettere avendo il frate ricevuto, ricordandosi che
               Messer Pierfrancesco Ricci, dopo essere vivuto pazzo molti anni era
               morto, e che similmente il Bandinello era mancato, i quali parea che

               poco gli fussero stati amici, riscrisse che non mancherebbe di tornare
               quanto prima potesse a servire sua eccellenza illustrissima, per fare
               in servigio di quella non cose profane, ma alcun'opera sacra, avendo
               tutto  volto  l'animo  al  servigio  di  Dio  e  de'  suoi  Santi.  Finalmente
               dunque,  essendo  tornato  a  Fiorenza  l'anno  1561,  se  n'andò  con

               maestro Zaccheria a Pisa, dove erano il signor Duca et il Cardinale,
               per  fare  a  loro  illustrissime  signorie  reverenza.  Da'  quali  signori
               essendo stato benignamente ricevuto e carezzato, e dettogli dal Duca

               che  nel  suo  ritorno  a  Fiorenza  gli  sarebbe  dato  a  fare  un'opera
               d'importanza, se ne tornò. Avendo poi ottenuto col mezzo di maestro
               Zaccheria licenza dai suoi frati della Nunziata di potere ciò fare, fece
               nel capitolo di quel convento, dove molti anni innanzi aveva fatto il
               Moisè e San Paulo di stucchi, come s'è detto di sopra, una molto bella

               sepoltura in mezzo per sé e per tutti gl'uomini dell'arte del disegno,
               pittori, scultori et architettori che non avessono proprio luogo dove
               essere sotterrati, con animo di lasciare come fece per contratto che

               que' frati, per i beni che lascerebbe loro, fussero obligati dire messa
               alcuni giorni di festa e feriali in detto capitolo, e che ciascun anno, il
               giorno  della  Santissima  Trinità,  si  facesse  festa  solennissima  et  il
               giorno seguente un ufficio di morti per l'anime di coloro che in quel
               luogo fussero stati sotterrati.

               Questo  suo  disegno  adunque,  avendo  esso  fra'  Giovann'Agnolo  e

               maestro Zacheria scoperto a Giorgio Vasari, che era loro amicissimo,
               et  insieme  avendo  discorso  sopra  le  cose  della  Compagnia  del
               disegno  che  al  tempo  di  Giotto  era  stata  creata  et  aveva  le  sue
               stanze  avute  in  Santa  Maria  Nuova  di  Fiorenza,  come  ne  appare

               memoria ancor oggi all'altar maggiore dello spedale, dal detto tempo
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