Page 1605 - Giorgio Vasari
P. 1605
Sincerus", accompagnata da due putti con l'ale a uso d'amori, che
intorno hanno alcuni libri. In due nicchie poi, che sono dalle bande
nell'altre due facce della cappella, sono sopra due base due figure
tonde di marmo ritte e di tre braccia l'una o poco più: cioè San Iacopo
apostolo e San Nazzaro. Murata dunque nella guisa che s'è detta
quest'opera, ne rimasero sodisfattissimi i detti signori esecutori e
tutto Napoli. Dopo ricordandosi il frate d'avere promesso al principe
Doria di tornare a Genova, per fargli in San Matteo la sua sepoltura et
ornare tutta quella chiesa, si partì subito da Napoli et andossene a
Genova, dove arrivato e fatti i modelli dell'opera che dovea fare a
quel signore, i quali gli piacquero infinitamente, vi mise mano con
buona provisione di danari e buon numero di maestri. E così
dimorando il frate in Genova fece molte amicizie di signori et uomini
virtuosi e particolarmente con alcuni medici, che gli furono di molto
aiuto, perciò che giovandosi l'un l'altro e facendo molte notomie di
corpi umani et attendendo all'architettura e prospettiva, si fece fra'
Giovann'Agnolo eccellentissimo. Oltre ciò, andando spesse volte il
principe dove egli lavorava e piacendogli i suoi ragionamenti, gli pose
grandissima affezione. Similmente in detto tempo di due suoi nipoti
che aveva lasciati in custodia a maestro Zacheria gliene fu mandato
uno chiamato Angelo, giovane di bell'ingegno e costumato, e poco
appresso dal medesimo un altro giovanetto chiamato Martino,
figliuolo d'un Bartolomeo sarto, de' quali ambi due giovani
insegnando loro, come gli fussero figliuoli, si servì il frate in
quell'opera che avea fra mano. Della quale ultimamente venuto a
fine, messe su la cappella, sepoltura e gl'altri ornamenti fatti per
quella chiesa; la quale facendo a sommo la prima navata del mezzo
una croce e giù per lo manico tre, ha l'altar maggiore nel mezzo et in
testa isolato. La cappella dunque è retta ne' cantoni da quattro gran
pilastri, i quali sostengono parimente il cornicione che gira intorno e
sopra cui girano in mezzo tondo quattro archi, che posano alla
dirittura de' pilastri; de' quali archi tre ne sono nel vano di mezzo,
ornati di finestre non molto grandi, e sopra questi archi gira una
cornice tonda, che fa quattro angoli fra arco et arco ne' canti, e di
sopra fa una tribuna a uso di catino. Avendo dunque il frate fatto
molti ornamenti di marmo, dintorno all'altare da tutte quattro le